Referendum: quattro si

Pubblicato in Cronaca

Il 12 e il 13 giugno scorsi anche gli elettori cordovadesi sono stati chiamati alle urne ad esprimersi su quattro referendum abrogativi. Il primo quesito proponeva l’abrogazione dell’articolo 23bis del cosiddetto decreto Ronchi, sulla privatizzazione della gestione dei servizi idrici. Il secondo riguardava l’abrogazione della norma che prevedeva che la tariffa per l’erogazione dell’acqua fosse calcolata includendo la remunerazione per il capitale investito dal gestore, fino a un massimo del 7 per cento.

Il terzo quesito era stato presentato al fine di abrogare la norma che consentiva la possibilità di “realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare“, disposta nel 2008 nell’ambito di una nuova “Strategia energetica nazionale”. Il quarto, infine, aveva come oggetto l’abrogazione della legge sul legittimo impedimento, approvata nell’aprile 2010 per una durata di 18 mesi, che permetteva al presidente del Consiglio dei ministri e ai ministri di rinviare le udienze dei processi loro riguardanti ogni volta che, a causa di un “legittimo impedimento”, non potessero parteciparvi.

 

L’affluenza ai seggi degli elettori cordovadesi è stata del 56,2% circa (“quorum locale” superato, quindi), in linea con quella della provincia di Pordenone (56,8%), poco più bassa di quella regionale (58,2% circa) e poco più alta di quella nazionale (54,8%).

I cordovadesi si sono mostrati favorevoli all’abrogazione delle norme oggetto di referendum: il sì ha prevalso con percentuali superiori al 90% in tutti e quattro i quesiti.