Immaginare l’Agorà

Pubblicato in Cronaca

Il recupero di piazza S. Caterina si può dire concluso. Ad alcuni cordovadesi piace, ad altri no, ma in questa sede il punto non è il giudizio estetico. Nel numero di marzo Marilena Valeri evocava il concetto di spazio pubblico condiviso: abbiamo chiesto a tre giovani qualche idea su come poter vivere la piazza, che tra l’altro in questi giorni ospita un grande albero di Natale. Questa pagina, che propone anche un delicato ricordo, chiude la rassegna di articoli dedicati dal Curtis Vadi alla piazza stessa, il cui cambiamento è forse l’evento centrale della Cordovado 2010.

Eleonora Gennari, 14 anni: “La parola “piazza” mi fa venire in mente tre cose: gente, cultura e storia vissuta. Una piazza è un crocevia di persone e deve essere adattata all’esigenza di poter accogliere chi la frequenta, specialmente se è la principale del centro abitato. Me la immagino come il luogo in cui in estate gli anziani stanno a leggere il giornale e dove i bambini vanno a mangiare il gelato, in cui i cittadini si riuniscono e si scambiano idee. Il cuore di un paese, che non si può mancare di visitare. La seconda parola chiave è cultura: gli usi, i costumi, anche le ricette e le canzoni, proprio come mi insegnavano le maestre. Cultura e piazza sono difficili da concordare se non si trova il nesso giusto. La piazza deve essere caratterizzata dalle particolarità della nostra cultura. Mi piacerebbe anche vedere lì l’emblema di Cordovado. Una piazza, infine, dovrebbe raccogliere i frammenti di storia vissuta. Piazza S. Caterina rispecchia questi elementi?

 

Giulia Quarta, 21 anni: “Penso che la piazza debba essere utilizzata non solo come passaggio per le persone che vanno al bar, ma valorizzata nei vari periodi dell’anno mettendo per esempio un chiosco che attiri i giovani del paese. Durante la Rievocazione sarebbe bello vederla piena di bancarelle e piccole attrazioni. Non solo al Palio ma anche durante le varie manifestazioni promosse in paese, ad esempio la Fiera Ornitologica piuttosto che nel periodo natalizio. Il posto c’è: perché non utilizzarlo visto che sono stati spesi diversi soldi per la realizzazione? In conclusione: cose semplici che possono coinvolgere la popolazione dando il giusto ruolo che una piazza dovrebbe avere”.

Paolo Tosini, 31 anni: “Dopo i recenti lavori ritengo che Cordovado si debba ora riappropriare della piazza che, nonostante la sua posizione centrale nel paese, per lungo tempo e varie vicende é stata percepita come un luogo informe e di transito. A mio parere dovrebbe diventare il luogo ideale di riunione della comunità per gli eventi sociali (ad esempio in occasione delle feste tradizionali e non, iniziando dal Natale) e soprattutto il palcoscenico ideale per eventi all’aperto, come teatro e musica. Data la mia passione per il cinema, credo inoltre che sarebbe assolutamente affascinante poter portare (o ri-portare) il cinema proprio lì dove ancora esiste quello che era stato l’ultimo cinematografo di Cordovado, così come è stato fatto a Gruaro per esempio l’estate scorsa”.