L’antologia immaginaria tra musica e poesia

Dal Medioevo all’età contemporanea attraverso video, musica e recitazione, per raccontare Cordovado in maniera nuova e originale. Lo scorso 19 aprile, presso l’Auditorium Tondat di Cordovado, l’associazione “Il dono di Rossana” ha portato in scena in cinque capitoli un’“Antologia Immaginaria”, attraversando le varie epoche che hanno fatto da sfondo al nostro piccolo borgo.

“Volevamo poter offrire uno spettacolo per Cordovado che coinvolgesse i giovani locali” dicono Mario e Maria Teresa, genitori di Rossana, “e alzare il livello degli eventi che proponiamo, rinforzare la cultura della comunità e del paese”. Lo scopo dell’associazione, infatti, è da sempre non solamente quello di raccogliere fondi per la ricerca sui tumori cerebrali, ma anche quello di sensibilizzare le persone. E quali strumenti migliori, per farlo, delle belle arti?

La serata è stata suddivisa in cinque capitoli, ognuno corrispondente ad un periodo storico: Medioevo, Rinascimento, ‘600 Barocco, ‘800 Moderno ed età contemporanea. Ogni periodo si è poi raccontato attraverso la voce della musica e della letteratura: da Branduardi a Bach, da Simon & Garfunkel a Sinatra, passando per l’amore dei danteschi Paolo e Francesca, i versi di Shakespeare e le poesie di Alda Merini. Se infatti Ippolito Nievo e Pier Paolo Pasolini hanno chiaramente inserito Cordovado nelle loro opere, i versi di Shakespeare o la musica di Chopin sono state inserite più per quello che evocano, che non per un legame stretto con il borgo, permettendo di toccare con ferma delicatezza le corde dei cuori e delle coscienze degli spettatori.

L’associazione “Il dono di Rossana” si rivolge, con queste serate, proprio a quelle coscienze, a quei piccoli germogli di consapevolezza e determinazione che spingono a voler fare “di più”. D’altronde, è proprio questo che fa l’arte: smuove gli animi. Abbiamo tutti una figlia, un’amica, una madre, una sorella, alla quale pensiamo quando sentiamo la storia di Rossana. Quell’empatia che ci permette di “sentirci dentro l’altro” è la stessa che ci muove a voler FARE qualcosa di più, nel nostro piccolo: quel senso di appartenenza ad una comunità, dalla più piccola, come quella famigliare, a quella medio grande, come quella di paese, fino al riconoscerci come cittadini del mondo, o meglio ancora, esseri umani che, chi più chi meno, vive le sue quotidiane difficoltà e combatte le sue piccole grandi battaglie.

In questo viaggio, dunque, tra il passato e il presente, grazie agli artisti che hanno interpretato le varie tappe del viaggio, si è potuto assistere alla fusione delle tante lingue che parla quell’unico, universale, sentimento, che tutti unisce: l’amore. Per la ricerca, per le persone, per il futuro, per il territorio. L’amore per quel “noi” della poesia di Maria Teresa, che va avanti, sempre, forte delle sue radici e orientato sempre al meglio.