Referendum giustizia, quorum lontanissimo

Il 12 giugno gli elettori italiani sono stati chiamati ad esprimersi su cinque quesiti nell’ambito di un referendum abrogativo in materia di giustizia.

I quesiti riguardavano rispettivamente la “legge Severino” per l’incandidabilità dopo una condanna, la limitazione delle misure cautelari, la separazione delle carriere dei magistrati, la valutazione dei magistrati da parte dei membri laici dei consigli giudiziari, le firme per le candidature al Csm. Su base nazionale, nessuno dei quesiti ha raggiunto il quorum richiesto per approvare le proposte soggette a referendum, ovvero la partecipazione alla votazione della maggioranza degli aventi diritto (naturalmente, una volta raggiunto il quorum, occorrerebbe la maggioranza dei voti validamente espressi): ha votato soltanto un italiano su cinque circa. A Cordovado, su 2142 elettori, l’affluenza è stata di poco inferiore al 20%. Gli esiti sono qui riepilogati:

QUESITO 1. Incandidabilità dopo condanna: votanti 426 (19,89%), Sì 201 (48,43%), No 214 (51,57%), schede nulle 6, schede bianche 5;

QUESITO 2. Limitazione misure cautelari: votanti 428 (19,98%), Sì 258 (62,93%), No 152 (37,07%), schede nulle 8, schede bianche 10;

QUESITO 3 – Separazione funzioni dei magistrati: votanti 427 (19,93%), Sì 329 (80,05%), No 82 (19,95%), schede nulle 7, schede bianche 9;

QUESITO 4 – Membri laici consigli giudiziari: votanti 427 (19,93%), Sì 336 (82,76%), No 70 (17,24%), schede nulle 8, schede bianche 13;

QUESITO 5 – Elezioni componenti togati CSM: votanti 427 (19,93%), Sì 327 (81,14%), No 76 (18,86%), schede nulle 11, schede bianche 13.