Acqua nuova, ma quanta pazienza

I residenti in via Casarini, Moretto e Stella, lamentando da sempre una cattiva qualità dell’acqua, nel marzo 2021 hanno finalmente visto eseguiti i lavori di sostituzione delle tubazioni dell’acquedotto. La ditta incaricata è stata rapida, in pochi giorni si sono scavate le fosse per la posa e posizionato le nuove condotte, con poca sofferenza logistica da parte dei frontisti. Insomma, un plauso all’intervento di qualità, che però ha sollevato degli interrogativi. Perché ci vuole così tanto tempo per ottenere tempistiche che rispondano alle esigenze (e questa era primaria) in una comunità? 

In passato alcuni cittadini avevano cercato di sottoscrivere una mozione comune per sensibilizzare l’Amministrazione comunale al problema, ma il senso civico non era ancora pronto. Nel 2002 chiesero un intervento di emergenza da parte della società che aveva in gestione l’acquedotto, e con misure di furbizia impiantistica (spurghi a monte) era stato tamponato il contingente senza però risolvere la causa principale. Era stato interessato alla problematica l’assessore ai lavori pubblici di allora e scritta una lettera al Consorzio e per conoscenza al Comune, essendo l’acqua parte integrante dell’abitabilità, ma i costi e le competenze non erano favorevoli. 

Ma qual era il problema? Nel luglio 2015, l’analisi dell’acqua con il residuo che la arrossava (un sedimento fangoso di colore amaranto scuro), rilevò che si trattava di ferro (1900 volte il limite di potabilità), di manganese (66 volte l.d.p.) e alluminio (8 volte l.d.p.): concentrazioni elevatissime, sintomo di tubazioni in erosione. Molti residenti della zona si sono muniti di addolcitori e filtri a proprie spese. “Un’evidente ingiustizia – commenta uno di loro – dato che si è continuato a pagare un servizio che obbligava ad acquistare anche l’acqua per uso alimentare, oltre al danno la beffa. Non si sa se sia stato sbagliato fidarsi e se poteva essere più risolutivo passare a denuncia, a coinvolgere l’ASL, inviare lettere ai media, ma sicuramente quel disagio è una macchia nella gestione di un bene così essenziale da dover essere garantito e gratuito. Adesso apriremo i rubinetti e saremmo in pace con la coscienza, in attesa che si inauguri la nuova gestione con l’erogazione di acqua di qualità”.