L’attività, i progetti e il cuore delle “Mamme con le mascherine”

Romina Luvisutto, coordinatrice del gruppo “Mamme con le mascherine” ci ha dedicato in un tardo venerdì pomeriggio un po’ del suo tempo per rispondere alle nostre domande e raccontarci di questa avventura che ha intrapreso durante il periodo di emergenza sanitaria, e sta continuando a portare avanti, insieme ad altre 12 mamme e nonne che volontariamente e gratuitamente realizzano mascherine. Un’attività di grande slancio filantropico.

L’IDEA

L’idea di creare il gruppo parte da un’altra iniziativa, avviata dalla titolare della merceria “Filo d’oro” di Cordovado, Teresa Rampon, che aveva iniziato a confezionare mascherine nella fase iniziale della diffusione del coronavirus: la richiesta è cresciuta rapidamente, al punto da dover chiedere ad alcune componenti dell’attuale gruppo un aiuto per soddisfare la domanda di mascherine. E il nome del sodalizio nasce da una riflessione del figlio di Romina, che sostiene giustamente che i “supereroi” indossano la mascherina e perciò questo gruppo di mamme lo sono diventate a tutti gli effetti, perché in più le mascherine le creano.

Inizialmente tutta l’organizzazione era molto casalinga e semplice, sia per i materiali usati, esecuzione e modalità di consegna. Infatti, per un periodo sono stati usati come tessuti i corredi delle nonne (tovaglie, lenzuola) o materiali forniti direttamente dalle persone che ordinavano le mascherine. Col passare del tempo, visto l’aumento della domanda, e anche per richieste particolari, il gruppo ha iniziato ad acquistare le stoffe utilizzando i contributi offerti dalle persone che ritiravano le mascherine.

I negozi di fiducia per l’acquisto dei tessuti sono la merceria di Cordovado e la merceria Rossit di Casarsa.

Per la consegna delle mascherine, nei primi tempi, Romina si recava a domicilio da chi ne aveva fatto richiesta, poi sono stati individuati dei punti consegna a Cordovado, nel bar/edicola “Da Giuliano”, a Portogruaro e a Concordia Sagittaria. Addirittura ci sono stati commercianti che si mettevano in contatto con il gruppo per dare la loro disponibilità a diventare punto consegna. Come tutti ricordiamo, durante il lockdown non si poteva andare fuori paese e tanto meno fuori regione: per ovviare a questo divieto, Romina ha inviato una lettera sia alla sindaco Lucia Brunettin, alla Guardia di finanza e ai Carabinieri, spiegando il progetto e motivando gli spostamenti.

Lettera che è stata inviata anche per mettere al corrente le autorità del progetto e della raccolta di somme offerte dalle persone come ringraziamento per il servizio.

LE MASCHERINE

Ma quali sono le caratteristiche delle mascherine cucite dalle supermamme? Romina ci ha spiegato che i 4.500 pezzi prodotti (fino al momento del nostro colloquio) sono stati realizzati dopo una approfondita documentazione, soprattutto sulla base delle indicazioni ricevute da personale medico, e che rispetto al prodotto iniziale sono state apportate molteplici migliorie.

Innanzitutto, le mascherine sono al 100% di cotone filtrato, e la microfiltratura usata è la stessa adottata negli ospedali (beacon).

Una mascherina ha un peso che varia dai 75 agli 85 grammi, massimo 100. Ci sono diverse linee di prodotto: la classica – quella iniziale per adulti – la linea per i bambini e la linea sagomata per persone con patologie. Come già detto, soprattutto le mascherine per bambini e malati, in modo particolare di leucemia, nascono da una ricerca particolare e attenta. Romina racconta che avevano creato anche un prototipo per persone sordomute, con oblò per il labiale, ma richiedevano troppo lavoro e la realizzazione sarebbe stata complicata. E con l’arrivo dell’estate stanno producendo un’altra linea, più leggera e traspirante, più adatta alla stagione.

Il tempo necessario per cucire e fabbricare una di queste mascherine si aggira sui 40-50 minuti. È un’attività che richiede tempo e attenzione ma che dà anche soddisfazioni: per la finalità bene fica prima di tutto, e poi anche quando si accontentano le richieste delle persone, soprattutto sulle stoffe scelte, con disegni alle volte stranissimi.

Abbiamo chiesto a Romina se oltre alle mascherine vengono creati anche altri oggetti e ci ha proposto una bella carrellata, dalle fasce per i capelli, turbanti, cuffiette per chi lavora in negozi di alimentari, i braccialetti dell’allegria e ultimamente anche dei quadri di stoffa, prendendo spunto dal negozio di Romina Raimondi a Caorle.

Le mascherine cucite dalle mamme cordovadesi sono arrivate in tutta Italia, e in gran parte dell’Europa (Croazia, Slovenia, Inghilterra) e anche fuori continente: per esempio a New York, in Australia e Nuova Zelanda. Sono state confezionate anche su richiesta, per gruppi commerciali come la Lidl di Chions (per i dipendenti e le loro famiglie), nonché per il reparto oncologico dell’ospedale di Portogruaro.

Sulla scia del gruppo nato a Cordovado, ne sono sorti altri simili, ad esempio a Caorle e a Teglio.

I PROGETTI

Come ha risposto il paese all’iniziativa? Indubbiamente con entusiasmo, nonostante qualche diffidenza iniziale, come spesso capita a tutte le cose nuove. È stato necessario far capire le intenzioni, ma poi l’idea di queste 13 donne è stata pienamente accolta, come testimoniato dalle tante dimostrazioni di stima e affetto ricevute, anche semplicemente con un grazie, o con un pensiero.

Un altro aspetto fondamentale sono i progetti legati al loro grande lavoro, alla loro meravigliosa iniziativa. Progetti che ne rappresentano l’esito naturale. Romina con grande orgoglio li illustra, richiamando in primo luogo una donazione al Comune di Cordovado di denaro raccolto grazie alle offerte lasciate dalle persone al ritiro delle mascherine. Somme poi impiegate per la spesa solidale. Un’altra donazione è stata fatta all’associazione “Il dono di Rossana”: tutte le componenti del gruppo hanno acquistato il libro scritto di recente da Maria Teresa Innocente, la mamma di Rossana. E non ultimo – anzi – il progetto Scuola: le mamme delle mascherine hanno desiderato fare qualcosa di concreto per Cordovado, in accordo con il Comune e con il Dirigente Scolastico. È stato creato un fondo di 1200 euro che sarà incrementato fino a settembre, con l’obiettivo di supportare le famiglie in vista dell’anno scolastico (es. acquisto di materiale didattico, o testi). L’aiuto è stato pensato per tutti e tre i livelli scolastici presenti in paese, dalla scuola dell’infanzia, alla primaria fino alla secondaria di primo grado.

Inoltre, alla riapertura delle scuole saranno donate le mascherine a tutti gli alunni della primaria e della secondaria.


Al momento, ne sono state confezionate, sterilizzate e chiuse in sacchetti 350. Ai piccoli allievi della scuola dell’infanzia, invece, sarà dato un gufetto in stoffa. C’è una grande voglia e interesse a convertire in seguito l’iniziativa in un’associazione, che avrà come base il reinventarsi e come obiettivo dare voce all’artigianato femminile.

In conclusione della nostra lunga e interessante chiacchierata con Romina, che si è fatta portavoce di tutto il gruppo, ci dice che è loro intenzione allestire a breve una “bacheca del cuore” con foto, lettere, bigliettini e disegni ricevuti da tante persone. Sarà posizionata nella vetrina centrale nel negozio gestito da Romina, che di professione è una organizzatrice di eventi (matrimoni o altri momenti speciali), in centro a Morsano.

Prima di salutarci, le abbiamo chiesto se questo gruppo di mamme e nonne ha una frase o un pensiero che le contraddistingue. La sua risposta è stata: “noi siamo Ohana” (famiglia).