Giù le mani dalle fontane

La Regione Friuli Venezia Giulia si sta dotando del PRTA (Piano Regionale di Tutela delle Acque) che nella prima bozza del “Progetto di Piano” (Art. 50) prevede la strozzatura dei pozzi artesiani per uso domestico a 0,1 litri al secondo di portata media giornaliera, contro l’attuale di circa un litro.

Nel verbale della IV Commissione Permanente del gennaio 2014 si legge: “La Commissione condivide pertanto le misure proposte all’articolo 50, tendenti alla limitazione delle portate prelevate dai pozzi, mediante l’apposizione di dispositivi di regolazione del flusso, atti ad impedire l’esercizio a getto continuo. La Commissione inoltre valuta […] che il limite di utilizzo medio giornaliero di cui al comma 4 sia ulteriormente ridotto all’effettivo fabbisogno[…] Si propone anche l’installazione di contatori per monitorare l’effettivo consumo”.

Nell’estate 2014 parte una petizione popolare in difesa dei pozzi artesiani che raccoglie 11mila firme; il successivo 30 dicembre la Giunta Regionale approva il progetto di PRTA dove all’Art. 48 (ex-Art. 50 della prima bozza) si demanda ad un Tavolo Tecnico la definizione di prescrizioni tecniche per la terebrazione di nuovi pozzi. A giugno 2016 viene presentato ai Sindaci della Bassa Friulana un primo regolamento dove si impone che:

1.3 In presenza di rete di acquedotto pubblico esistente o in corso di realizzazione, posto in capo a un Gestore del Servizio Idrico Integrato, è obbligatorio l’allacciamento alla rete stessa da parte di tutte le unità abitative nuove e/o esistenti da servire […].

1.4 Nuovi pozzi ad uso civile potabile sono ammessi esclusivamente in assenza di rete acquedottistica pubblica esistente o in corso di realizzazione.

1.9 Il nuovo pozzo, deve essere dotato di saracinesca … e di contatore … con lettura elettronica da remoto.

1.18 Specifiche norme sanzionatorie dovranno essere introdotte per i casi, a seguito delle letture dei consumi da remoto, di accertato superamento dei dati di fabbisogno dichiarati nella denuncia qualora il superamento consista in volumi idrici superiori al 20% di quanto dichiarato nella denuncia stessa.

Dai verbali del Tavolo Tecnico di maggio 2016 emerge la volontà di introdurre l’obbligo dell’allacciamento senza aspettare il varo del PRTA, attraverso la modifica dell’Art. 42 della L.R. “Disciplina organica in materia di difesa del suolo e di utilizzazione delle acque”. Tutto questo in contrasto con norme nazionali (Art. 93 del R.D. 1775/33) che recitano: 1. Il proprietario di un fondo […] ha facoltà, per gli usi domestici, di estrarre ed utilizzare liberamente le acque sotterranee nel suo fondo, purché osservi le distanze e le cautele prescritte dalla legge. 2. Sono compresi negli usi domestici l’innaffiamento di giardini ed orti inservienti direttamente al proprietario ed alla sua famiglia e l’abbeveraggio del bestiame.

Provvedimenti del genere non trovano nessuna giustificazione scientifica né in termini di ricarica delle falde profonde né di prevenzione dell’inquinamento delle falde acquifere superficiali, al contrario di quanto spesso sostenuto. Non esistono dati da monitoraggi a lungo termine attestanti una presunta mancata ricarica degli acquiferi profondi (né sintomi che ciò stia avvenendo), tantomeno forniti dalla Regione; nella destra Tagliamento sarebbe piuttosto urgente l’eliminazione delle derivazioni idroelettriche (Cellina, Meduna) che riducono dell’88% la portata disponibile in pianura, e la drastica riduzione di quelle a scopo industriale e soprattutto agricolo.

Riteniamo si tratti di un’operazione che attraverso la drastica riduzione (saracinesche, contatori) porti all’eliminazione (obbligo di allacciamento all’acquedotto) del diritto all’autodeterminazione dell’approvvigionamento idrico, a tutto vantaggio dei Gestori dei servizi idrici (per la nostra zona L.T.A. Spa) tramite automatici rincari nelle bollette dovuti a “costi di gestione” e “adeguamento” della rete acquedottistica (come a Fiume Veneto). Per chi lo desidera, deve continuare ad essere possibile soddisfare i propri fabbisogni idrici in maniera libera e gratuita, senza restrizioni e contatori dell’utilizzo di quello che ancora per il momento è un bene comune. Invitiamo perciò tutti alla partecipazione alle prossime iniziative di informazione che si terranno nella destra Tagliamento: Fiume Veneto 15 dicembre, Zoppola 12 gennaio, Morsano 17 gennaio. Per approfondimenti, la pagina facebook del Comitato “Giù le mani dalle fontane”.

Cordovadesi del Comitato per la Difesa delle Fontane della Destra Tagliamento