Traffico pesante, quale soluzione?

In seguito alla realizzazione della tangenziale di Portogruaro, Cordovado si trova in una situazione di criticità per quanto riguarda il traffico pesante. Molti camion, infatti, transitano per il nostro paese, lungo la SR 463, diretti verso San Vito e la zona industriale Ponte Rosso, e questa circolazione più intensa non solo costituisce un pericolo per la circolazione di pedoni, cicli ed anziani, ma sta producendo anche un deterioramento della sede stradale che con il tempo è potenzialmente destinato ad acuirsi. Il sindaco Francesco Toneguzzo si è recentemente confrontato con i sindaci dei comuni di San Vito, Morsano e Sesto al Reghena, e con l’ente Friuli Venezia Giulia strade, facendo presente la circostanza. In particolare, durante l’incontro il sindaco ha richiesto all’ente regionale un intervento per ripristinare il manto stradale.

Inoltre, l’amministrazione cordovadese in questo periodo si sta confrontando con le categorie degli autotrasportatori, per poter trovare una soluzione al problema. Se non si arriverà ad un intervento collegiale fra sindaci per la riapertura della viabilità al traffico pesante nel comune di Morsano, dove è attualmente chiusa, e in quello di Sesto, parzialmente chiusa, verrà presa in considerazione l’ipotesi di porre il divieto anche a Cordovado.

Questo creerebbe agli autotrasportatori un problema di rilievo, perchè i camion dovrebbero percorrere 14 km in più: dal casello autostradale di Portogruaro dovrebbero proseguire sulla A-28 fino all’uscita di Cimpello, per poi imboccare la Pontebbana alla rotonda di Pian di Pan presso Fiume Veneto, superare Casarsa e arrivare infine nella zona industriale Ponte Rosso. Del resto, è anche vero che già nel 2004, in un accordo fra comuni, era stata questa la soluzione proposta: nel tratto autostradale Portogruaro-Cimpello sono presenti varie indicazioni per questo percorso. Il sindaco Toneguzzo precisa che è proprio dal 2004 che l’asse viario San Vito-Portogruaro è vietato ai mezzi pesanti, tranne ai mezzi che forniscono le aziende cordovadesi. Tutti gli altri, di fatto, starebbero già transitando su un divieto.