Legno da intagliare

Era verso la fine degli anni ’50, un giorno mentre giocavo al cibè con i miei amichetti in via Bassa, quando vedemmo arrivare il noto intagliatore del legno Guerrino Odorico, nome d’arte “Gre mazaneta”. Era vestito in giacca e cravatta, trasportava la carriola e aveva con sé un’accetta (la “manera”). Ci avvicinammo curiosi, ma lui ci disse di stare distanti perché poteva essere pericoloso. Prese la “manera” e con tutta la forza la piantò quasi al centro del ceppo (la “soca”) di un platano. Poi volle toglierla, ma quella, da lì, non si spostava di un millimetro.

Dopo un’ora circa di tentativi, finalmente qualcosa si mosse: si era rotto il manico. Per la brutta figura se ne andò furioso, portando via carriola e manico. Tornò dopo due giorni, con una mazzetta e due scalpelli, che piantò di fianco alla “manera”. Il risultato? Non si mossero più neanche quelli. Sfiduciato e depresso se ne andò. Passarono altri tre giorni e ritornò nuovamente, questa volta insieme all’artista del ferro battuto Celso Ventoruzzo, dal quale si era fatto prestare tutta l’attrezzatura necessaria. Celso con due accurati colpi di mazza tolse tutto. Dopo una settimana il Gre riprese il lavoro e per un paio d’ore al giorno, questa volta incominciando dal bordo, con mazzetta e scalpello intagliò la “soca”, proseguendo per tutta l’estate. Riuscì a portare a casa più di 15 chili di stecchetti. Un grande, il Gre.

Piero Dorigo