Il Carnevale a Cordovado

Anni ’60, sempre nell’ambito dell’Oratorio, questa volta con il Cappellano Don Giuseppe Vechiez: i ragazzi, incoraggiati dallo stesso sacerdote, istituirono il “Carnevale cordovadese“. Con la presenza, al primo anno, di un carro mascherato, per poi crescere, al secondo anno, con ben tre carri. L’entusiasmo che suscitava l’iniziativa era grande e coinvolgeva direttamente noi ragazzi (bambini e giovani). Fino a quel momento, il carnevale a Cordovado passava quasi inosservato.

Subito dopo Natale si cominciava con l’individuazione del posto dove comporre il carro. Si trattava di sviluppare un tema rendendolo oggetto e di inserirlo in un rimorchietto agricolo per il suo trasporto. La stalla e il portico di “Bepi” Sclabas andavano a pennello. Tra l’altro, proprio di pennelli si trattava, per dipingere i cartoni del rivestimento del carro. Era comunque un’impresa, perché in quel periodo (gennaio, febbraio) faceva piuttosto freddo. Naturalmente il lavoro veniva svolto dopo cena da parte dei giovani (durante il giorno era impossibile, perché gli stessi erano tutti al lavoro). L’inconveniente maggiore consisteva nel colore ad acqua (fornito gratuitamente da “Gigi Cavicja”), che, con la temperatura sempre sotto zero, gelava. In ogni caso, per il martedì di carnevale, tutto era pronto per la sfilata.

Le foto del tempo documentano la grande partecipazione dei cordovadesi alla novità della sfilata, che finiva nel prato del Santuario.

Ci fu poi un periodo dove il carnevale assunse un tono minore, ma comunque erano presenti alcuni rimorchi agricoli, dove salivano i bambini in maschera. Con il trattore di “Bepi Zanon” in testa, il corteo faceva il giro del paese. In tempi più recenti, grazie ai genitori dei ragazzi delle scuole, i carri cordovadesi diventano veramente dei capolavori per la fantasia dei soggetti rappresentati e per la bravura nella costruzione, tanto da partecipare ed essere premiati a diverse sfilate in regione e fuori regione. Soltanto negli ultimi anni i carri sono “spariti”. Probabilmente i ragazzi sono cresciuti e i genitori si sono “ritirati”. Tutto questo per evidenziare l’origine del carnevale a Cordovado, da parte dei giovani del tempo, con poche risorse economiche ma con grande desiderio di “fare” insieme e godere nella semplicità la bellezza dell’amicizia vera.

Saverio Martin