Per non dimenticare

Per gentile concessione dell’autrice, Francesca Pinzano, pubblichiamo l’intervento letto domenica 19 gennaio, in occasione della commemorazione delle vittime civili dei bombardamenti del 16 gennaio 1944.

Fin da piccola, io passo le mie giornate d’estate qui alla casetta di Suzzolins. Nonostante io non sia di questa frazione, mi identifico molto in questa comunità. Ricordo perfettamente quel pomeriggio d’estate quando questo imponente masso attirò la mia attenzione: mi chiedevo proprio di chi fossero quei nomi incisi su quel massiccio libro, tanto che cominciai a farmi delle domande su ciò che volesse rappresentare. Mi dissero che serve a ricordare. Ricordare un avvenimento che straziò il cuore di questa povera gente non molti anni fa. Successe tutto il 16 gennaio 1944, quell’orrendo periodo segnato da guerra e occupazione.

Quella sera un gruppo di ragazzi, per avere un momento di spensieratezza, si recò al cinema di Cordovado. Ma al loro ritorno tutto cambiò: all’improvviso il cielo si illuminò in lontananza, verso le zone di Latisana e Codroipo, e purtroppo, dopo poco tempo, le luci arrivarono anche sopra di loro. Da quel momento il cielo divenne un infernale spettacolo di attacco aereo. I ragazzi compresero il pericolo e tentarono di mettersi in salvo: infatti si gettarono lungo i due fossi ai lati della strada. In pochi secondi i fischi delle bombe si trasformarono in strazianti fragori. Del gruppo di giovani Ferruccio Nicodemo, Marcellino Biasio e Michele Bozzato caddero sotto le bombe.

Cessato il bombardamento aereo nel cielo, improvvisamente il tempo si arrestò: gli aerei sparirono e la luna riprese a dominare il cielo. I rombi degli aerei e i fischi delle bombe fecero posto ad un silenzio di pochi minuti che sembrò interminabile. Il tempo ricominciò a scorrere, smosso dalle atroci urla delle persone le quali cercavano i propri cari con nel cuore la speranza di non averli persi per sempre. Infatti altre quattro vite si fermarono quella sera: Giovanni Pin, Antonio Bozzato, sua sorella Maria Bozzato e il cognato Antonio Riva. Ma il dolore non si fermò a Suzzolins: anche a Cintello il bombardamento trascinò con sé la vita di Olivia Scottin. La guerra in questa occasione non si limitò a mietere vittime solo al fronte, ma trascinò nell’oblio gli inermi civili solo per il pretesto di fiaccarli. Questo masso è forte come il dolore di quelle famiglie che hanno pianto la morte dei loro figli, e duraturo come la speranza di queste nel tramandare la memoria alle generazioni future.

Francesca Pinzano