Addio a Luigi Tomat studioso e amministratore

Con Luigi Tomat, mancato il 7 settembre all’età di 82 anni, Cordovado ha perso uno dei protagonisti di una lunga stagione della vita pubblica del paese.

L’attività politica a servizio del Comune: vicesindaco negli anni Sessanta con il sindaco Valentino Pillon, più volte consigliere comunale, assessore con Walter Marzin a cavallo tra gli Ottanta e i Novanta, infine, tempo dopo, nel 2009, candidato sindaco, giunto a una manciata di voti dall’elezione. Ebbe un ruolo attivo in diversi ambiti dell’associazionismo: dal gruppo Alpini, del quale fu cofondatore, alla pro loco, dalla pallavolo alla Spal. Più di recente era stato pure presidente del Rotary Club di Lignano.

Poi, di Luigi vanno senz’altro ricordate la passione per lo studio e l’altrettanto profonda devozione nei confronti della cultura. La prima è testimoniata dalle ben otto lauree – se non un record, poco ci manca – conseguite in parte negli anni giovanili in parte dopo la fine, una volta raggiunti i limiti di età, della propria carriera professionale come dirigente d’azienda e consulente di società ed enti pubblici.

Lauree conseguite all’Università di Trieste, in Giurisprudenza, Scienze politiche e via via in altre discipline giuridiche, amministrative e sociologiche. L’ultima nel 2011. E all’Università di Trieste ha tenuto anche lezioni come docente a contratto, in corsi erogati dall’allora facoltà di Scienze politiche.

La seconda, invece, si è tradotta nella scrittura e nella pubblicazione di libri dedicati a Cordovado, che sono anche il lascito intellettuale al suo amato borgo. Nel 2002, assieme all’amico Mario Monopoli, si dedica a “Cordovado e il calcio”, il racconto di squadre, calciatori e scorci di vita paesana dal 1930 al 1964. Quattro anni dopo dà alle stampe il volume “Cordovado: società, storia e cultura”, in cui ripercorre passato e presente della comunità, con uno sguardo al futuro, attraverso una trattazione dettagliata e dall’ampio respiro, su aspetti demografici, socioeconomici e culturali.

Aveva modi gentili, l’eloquio calmo e garbato. Attento osservatore dei mutamenti sociali e dei fenomeni economici, non nascondeva pensieri di sincera preoccupazione rivolti ai giovani, alle loro difficoltà nella ricerca del lavoro e nella possibilità di realizzarsi in un mondo sempre più complesso. Lascia la moglie Pia e il figlio Luca, il fratello Attilio, i familiari e i tanti amici, che con lui hanno condiviso un pezzo di strada.