Dalla SPAL alla formazione dei giovani calciatori e calciatrici

Matteo Odorico, classe 1993, ex esterno offensivo della Spal Cordovado, è ora uno dei 49 Responsabili tecnici in Italia dei Centri Federali Territoriali e uno dei 70 RT di Area di Sviluppo Territoriale, strutture del settore giovanile e scolastico della Federazione Italiana Giuoco Calcio attivate nell’ambito del progetto Evolution Programme.

Quest’ultimo, come riporta il sito della FIGC, ha come “obiettivo primario quello di strutturare un percorso di formazione tecnico-sportiva ed educativa rivolta al territorio e a tutti i soggetti coinvolti
nella crescita dei calciatori e delle calciatrici: tecnici, dirigenti, allenatori, genitori. Il Programma propone un nuovo approccio e una nuova metodologia che possano favorire la creazione di un ambiente in cui ogni calciatrice e ogni calciatore possa esprimersi al meglio”.

Che funzione hanno le Aree di Sviluppo territoriale?

“Il mio compito consiste, nel weekend di andare ad osservare partite delle annate coinvolte nel centro federale, osservando i ragazzi e le ragazze, annotandomi i nomi e compilando delle schede di osservazione nazionali e poi ogni martedì convocarli per il lunedì successivo presso il CFT che gestisco, a Casarsa della Delizia per fargli fare un allenamento, seguendo la metodologia federale dell’Evolution Programme, allenati dal mio staff tecnico e organizzativo. Dal martedì al venerdì, sempre accompagnato dal mio staff (3 tecnici, un preparatore motorio, un allenatore dei portieri e una psicologa dello sport) vado in visita nelle società della mia zona di competenza, soprattutto le Scuole Calcio Èlite e le Scuole Calcio per portarli a conoscenza della metodologia federale e del modo di approcciarsi ad essa da parte dello staff tecnico societario. La mia zona di competenza è da Udine Sud a Caorle. La funzione principale delle Aree di Sviluppo è quella di far conoscere e di portare concretamente al territorio il progetto federale Evolution Programme cercando il più possibile di condividerlo con loro”.

Quali obiettivi ispirano la vostra attività?

“La nostra attività è ispirata dalla volontà di far si che tutto il territorio italiano abbia un’identità lavorativa giovanile il più comune possibile. Per ora stiamo ancora seminando, fra un po’ di anni magari incominceremo a vedere i primi risultati, ma sulla falsa riga di quanto già fatto in passato da altri paesi europei, si è sentita la necessità di portare anche nel suolo italiano un modello di lavoro federale che pensasse esclusivamente alla crescita di ogni singolo atleta, sotto tutti i punti di vista, tralasciando il risultato sportivo”.

Quali metodologie di allenamento seguite?

“Abbiamo una nostra metodologia di allenamento, italiana, che viene studiata, pensata e condivisa tra tutti noi anche grazie a varie aree che si interfacciano tra loro per migliorarla costantemente. Non è solo un modello di allenamento tecnico anzi, forse la parte più innovativa è l’area psicologica che si occupa di tutti i comportamenti e linguaggi verbali e non verbali che un tecnico deve portare in campo con la propria squadra. Tutto ciò si fonda su 10 presupposti che sono dei cardini per noi importantissimi, come ad esempio “Più gioco e meno esercizio” dove si vogliono inserire sempre dei contesti allenanti di gioco che vadano a sostituire gli esercizi, in modo da coinvolgere di più e continuamente tutti i ragazzi”.

Le maggiori soddisfazioni ricevute, non solo dal punto di vista sportivo ma anche umano?

“In questo ultimo periodo, al termine del primo anno in questo ruolo, ho ricevuto molte soddisfazioni personali. La prima, non posso negarlo, è stata la scorsa estate quando mi è stato chiesto ed ho fatto il colloquio per entrare nello staff federale andando così a rappresentare ed ad indossare lo stemma della nostra nazione nel mio territorio. Sicuramente al CFT abbiamo molte soddisfazioni tecniche, riuscendo a vedere al termine della stagione sportiva, dei progressi nei ragazzi con cui abbiamo lavorato durante l’annata. In Area di Sviluppo Territoriale le soddisfazioni sono soprattutto umane, in quanto ci viene riconosciuto il nostro lavoro e da molti apprezzato, riconoscendoci addirittura di aver fatto conoscere ed interessare situazioni a cui non avevano mai pensato. Infine, ci sono le soddisfazioni lavorative, in cui pian piano si inizia ad uscire dai propri confini, partecipando ad eventi sportivi d’interesse nazionale con gli staff nazionali, avendo la possibilità di condividere e confrontarsi con personaggi che ricoprono ruoli molto importanti”.