Il parco offeso

Il parco comunale di via Moretto, progettato dall’architetto Paolo De Rocco, ha una sua anima mai purtroppo indagata in profondità. Come in tutte le opere dell’uomo ci vuole sensibilità d’animo e cultura per apprezzare il lavoro di progettazione e di realizzazione di un’opera che in questo caso può sembrare di banale impegno logistico. 

Cos’è un parco? È un’area attrezzata a verde, alberata che consente alla comunità nel cui territorio è inserita di usufruirne come spazio per passeggiare, polmone d’aria buona, un servizio a disposizione del cittadino, ma è bene comune. È stato pensato come omaggio alla terna cosmica che ci dona la vita, tre elementi importanti ne sottolineano la composizione: la terra, una piccola collina circondata da un fossato circolare d’acqua con al sommo un albero, la luna una falce a spicchio, una mezzaluna con una struttura in sasso di fiume e cemento e il sole, una quercia centrale da cui si dipartono raggi ad aiuola in pali di legno con siepe interna. La terra in cui viviamo, il sole che ci che ci dà luce e calore e la luna che condiziona le maree e illumina la scura notte. Un’opera che noi vediamo solo stilizzata e che non si palesa così determinante come invece è. Cordovado è anche questo, nobile nei suoi angoli a volte banalizzati. 

Realizzato agli inizi degli anni ‘90, poco tempo dopo l’amministrazione optò per chiudere il fossato, allora con acqua, che circondava la terra perché ritenuto pericoloso per i bambini che ci potevano cadere dentro. Quando si tocca un’opera di un autore si fa sempre danno ma le normative e la sicurezza vanno rispettate. Allora mi sembrò come quando i nudi dipinti negli affreschi in Vaticano vennero imbragati per il comune senso del pudore, fu uno scempio artistico. 

Ma un giorno di fine marzo, il sito della luna che annoverava ai lati della spalletta due sfere in marmo è stato brutalmente rovinato da vandali che hanno divelto e distrutte le due sfere. Il parco è stato offeso, il giardino di casa nostra oltraggiato. 

Certo, nei decenni non è la prima volta che atti di vandalismo si verificano nel nostro paese, ma mi domando: da cosa nasce questa cultura del disprezzo della cosa pubblica? 

Sicuramente la pandemia ha stressato gli animi, siamo chiusi in gabbia come animali, le normali attività di sfogo sono inibite, ma non può essere solo questo: penso che gli autori di quel gesto non abbiano idea di quello che avevano davanti. L’ignoranza è sempre pessima consigliera, il mio augurio è che la struttura ritorni come l’architetto De Rocco l’aveva pensata, un parco bello e dall’animo nobile che Cordovado può vantare assieme ai suoi tesori architettonici e artistici. 

Roberto Zanin