Referendum, prevale il sì al taglio dei parlamentari

Pubblicato in Cronaca

Domenica 20 e lunedì 21 settembre si è tenuto il referendum costituzionale confermativo sulla riduzione del numero dei parlamentari.

Indetto originariamente, a gennaio 2020, per la data del 29 marzo scorso, è stato posticipato di sei mesi a causa dell’emergenza Covid. I cordovadesi hanno potuto votare nei seggi allestiti nella palestra di via Bassa nel rispetto delle disposizioni anti-Covid. 

La consultazione elettorale ha chiamato gli elettori ad esprimersi sul taglio di circa un terzo dei parlamentari (da 630 a 400 alla Camera, da 315 a 200 al Senato), così come stabilito dalla legge di riforma costituzionale approvata all’inizio di ottobre 2019 con il voto favorevole di praticamente tutte le forze politiche. 

L’indizione del referendum si è resa necessaria dopo la richiesta firmata da 71 senatori di diversi partiti. In generale, è possibile procedere ad un referendum confermativo di una legge costituzionale nel caso in cui, entro tre mesi dalla pubblicazione della legge stessa, ne facciano richiesta almeno un quinto dei membri di una camera, oppure 500.000 elettori, oppure cinque consigli regionali. Nel referendum confermativo si prescinde dal quorum, ossia si procede al conteggio dei voti validamente espressi indipendentemente dal fatto che abbia partecipato o meno alla consultazione la maggioranza degli aventi diritto, a differenza da quanto avviene invece nel referendum abrogativo. 

I cordovadesi si sono espressi in maggioranza a favore della riduzione dei parlamentari: 731 preferenze, il 65,97% delle schede valide. 377, invece, sono stati i voti contrari (34,03%) e 14 le schede non valide, delle quali 6 bianche. 1.122 i votanti complessivi, che vuol dire un’affluenza del 52,16%. Il risultato cordovadese si colloca più o meno a metà strada tra quelli regionale (59,57% i sì, 40,43% i no) e nazionale (69,64% i sì, 30,36% i no).