Il problema più grande

Pubblicato in Cultura

Il 16 settembre è stato il primo giorno di riapertura ufficiale delle scuole a Cordovado. Ci sono state alcune persone (amministrazione comunale, personale della scuola, specialisti della sicurezza) che settimane prima si sono date da fare per provvedere a tutte quelle norme, misure, restrizioni che cambiavano continuamente e che tutt’ora cambiano. 

Banchi con le rotelle? Gel igienizzanti all’ingresso? In tutte le classi? Le mascherine? Quelle sicuramente chirurgiche. E chi le fornisce? I banchi sono gli stessi ma distanziati quindi… Ma gli studenti possono fare la ricreazione? Per ricreazione s’intende anche poter uscire dall’aula, giusto? Ma no, che poi iniziano a giocare tra di loro ed è finita! Eh sì, è proprio finita. 

Perché ora il problema più grande è che se un bambino gioca con un altro e questo con un altro ancora e magari il primo risulta positivo… stiamo tutti in quarantena! Anche la maestra, anche il sorvegliante, anche la mamma, il papà… no, aspetta: prima devono farsi il tampone. Ma chi andrà in quarantena? Ah, Solo i vicini di banco. Ora è tutto più chiaro. 

Quindi il problema più grande resta il fatto che non posso correre in cortile, non posso inseguire i miei compagni di classe, non posso giocare con la palla e nemmeno stare in un angolo a chiacchierare semplicemente con i miei amici. 

Il problema più grande è la responsabilità, la burocrazia, la privacy, tutte quelle carte da compilare entro domani, quei permessi e autorizzazioni da far firmare, le riunioni online e non in presenza. 

Il problema più grande è che “mio figlio non lo possono isolare!” Però è importante andare a scuola, finalmente ha riaperto, in un modo o nell’altro, speriamo sia una situazione d’emergenza che non duri ancora a lungo, bisogna proteggere i nonni. 

Il problema più grande è la didattica, le conoscenze, le abilità, le competenze e chi più ne ha più ne metta, con tutti i giorni passati a casa bisogna recuperare il programma (che siamo già indietro) ma quale “programma”? Che si chiamano “Indicazioni” dal 2012. 

Comunque, le verifiche e i quaderni non si possono prendere in mano prima di qualche ora di disinfezione. “Ragazzi, quando vi alzate mettete la mascherina, anzi non vi alzate proprio”. Oggi già due bambine avevano il raffreddore, ho dovuto aiutarle a pulirsi il naso, non so se ho fatto la cosa giusta. 

Il problema più grande è tutta questa situazione, c’è chi deve trovare un colpevole ad ogni costo e chi vive nell’angoscia contagiando con questa anche gli altri. C’è che stiamo perdendo il senso, il senso del lavoro, delle relazioni, del divertimento, del vivere ogni giorno e non possiamo fare niente se non cercare un equilibrio in tutto questo caos e credere che sia possibile venirne fuori insieme, perché ci siamo dentro insieme. La scuola è riaperta e speriamo lo rimanga a lungo cercando una convivenza, per quanto possibile, con questo strano periodo ma senza farlo diventare la “normalità” così che possa aiutare le generazioni future ad imparare dal passato e soprattutto dal presente al fine di un futuro migliore. 

Kim Maddalena Nguyen