Il dovere di ricordare

Domenica 22 gennaio si è svolta a Suzzolins la commemorazione dei civili caduti nel bombardamento del 16 gennaio 1944, che ha coinvolto le comunità di Cordovado e Teglio Veneto. Alla cerimonia hanno presenziato i rappresentanti delle due amministrazioni comunali, e un servizio televisivo è stato trasmesso dall’emittente televisiva locale Cafè 24. A rievocare la terribile esperienza di quella notte è stato Lorenzo Lenarduzzi, redattore del Curtis Vadi. Ecco qui riportato il suo brano.

La domenica del 16 gennaio 1944 un aereo inglese delle Forze Alleate decise di bombardare questa zona al confine tra la Grande Germania e il resto d’Italia e attraversata da una linea ferroviaria che costituiva una possibile via di fuga per gli occupanti tedeschi. Furono stroncate le vite di tre giovani ragazzi: Marcellino Biasio, Michele Bozzato e Ferruccio Nicodemo. Stavano tornando dal cinema di Cordovado e al rumore delle bombe tentarono invano di ripararsi in un fosso. La strage, perché così possiamo chiamarla, non terminò qui, infatti perirono Antonio Bozzato, sua sorella Maria, il cognato Antonio Riva e Giovanni Pin. Durante il bombardamento il cielo si illuminò, ma mai una luce si rivelò tanto funesta e ingannatrice. Il giorno successivo si apprese che era morta anche Oliva Scottini, infatti era stata colpita anche la comunità di Cintello oltre a quelle di Cordovado e Teglio. Tutte le vittime erano giovani ed innocenti, furono uccisi a causa di una guerra che non apparteneva loro, una guerra a cui non avevano scelto di partecipare. Nonostante il dolore e lo strazio i parenti andarono a riprendersi i corpi dei loro cari e con immensa dignità li caricarono in un carro, per poterli piangere tra le mura delle loro abitazioni, infatti non erano morti in un campo di battaglia, ma vicino alle loro case, dove si sentivano al sicuro. Erano persone comuni e non combattenti al fronte, sono vittime civili, anche se solo a pronunciarle queste parole ci appaiono insensate, perché nella morte e nel dolore nulla è definibile civile. Non possiamo ignorare fatti come questo che hanno segnato e continuano a segnare intere comunità. Come non pensare ora a tutte le vittime dei conflitti che ancora infiammano gli animi, in particolare a tutti i morti di Aleppo e della guerra siriana, in cui nemmeno gli indifesi sono risparmiati, e a quelle degli attentati terroristici, in cui ha perso la vita anche il nostro concittadino Marco Tondat, dove imprevedibili azioni lasciano un segno indelebile. La Seconda Guerra Mondiale e gli eventi di quella notte di 73 anni fa ci sembrano lontani, specialmente per chi non li ha vissuti e può solo cercare di immaginarli, ma questi del nostro presente ci riguardano da vicino e ci toccano nel profondo. Dobbiamo ricordare perché la memoria ci dà la possibilità di costruire un avvenire diverso e soprattutto perché il ricordo è parte fondamentale dell’essere uomini. Non si può pensare al futuro prescindendo dal passato, da quelle che sono le nostre radici, in cui sono incisi anche gli errori, perché è da essi che bisogna ricominciare. È doveroso che fatti come questi non sconvolgano più nessuna famiglia, che nessun’altra comunità debba sopportare un simile dolore.

Lorenzo Lenarduzzi