Riconoscenza a un amico

Pubblicato in Lettere

Sono nato a Cordovado nel 1927 e partito per Milano all’età di vent’anni, in cerca di lavoro. La casa della mia famiglia a quel tempo era molto povera, tanto che mancava persino il necessario con cui sfamarsi, ma in compenso la famiglia era meravigliosamente ricca, ricca di amore, di semplicità di vita, di preghiera e di quella fede cristiana che mamma Luigia aveva in sé e trasmetteva a noi figli. Non avevamo le sofferenze della vita di oggi, che ci sta devastando l’anima e il corpo. Oggi, dopo 68 anni vissuti a Milano, ricordo con nostalgia il tempo trascorso da bambino e da ragazzo a Cordovado. Quando vengo a fare visita nel mio paese, mi reco in cimitero per un saluto ai miei cari, ma quando mi trovo davanti a quel cancello ogni volta mi ritorna in mente il ricordo di quel ragazzo che tutti i giorni, in quel periodo di povertà, passava a consegnarci due pagnotte affinchè in famiglia potessimo mangiare. E passando per la tomba di questo ragazzo – che finì molto giovane la sua esistenza con una morte orribile, da parte di una persona detta Caino – ho voluto fare in modo che nella lapide, con nuova vernice, si potessero leggere chiaramente i versi delle parole dedicate a lui dal parroco di allora Don Aldo Pagnucco. Queste parole mi rimangono tanto care, e le leggo sempre con molta emozione: “Per nove mesi con passione straziante la mamma attese il suo ritorno. Ma i Caino che del nome santi di patria fecero un paravento alla violenza e al delitto nell’agguato spensero la giovinezza buona”.

Severino Innocente