La Vittadello – Abital dalle origini agli anni ’70

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Nel luglio 1945 il milanese Leopoldo Melato avviò una piccola sartoria in un paio di locali dell’ex fabbricato ECA, accanto al Municipio. Un anno dopo fu l’imprenditore Alessandro Vittadello, originario di Verona, a fondare la S.A.S. Confezioni Princeps. E’ qui che comincia la storia, quasi trentennale, di un’azienda tessile a Cordovado. Hanno provato a raccontarla a quattro mani Mario Monopoli e Gilberta Antoniali, ex dipendente dell’azienda, ripercorrendone la parabola: le origini, con le prime attività operative; lo sviluppo, con la costruzione dello stabilimento di Casette; il difficile triennio 1964 – 66, con la cessione al gruppo Montedison; lo spostamento nella Zona industriale Ponte Rosso, nel 1973, con le scelte dettate dalla politica, le tensioni, gli scioperi. Negli anni della crescita, la Vittadello era stata un fiore all’occhiello nel settore delle confezioni, con quasi 400 persone impegnate nella manifattura di giacche, completi e cappotti di prima qualità. “Mi risulta che nessuna industria della zona abbia mai avuto un numero così alto di dipendenti”, spiega Mario Monopoli.

Una parte del lavoro è dedicata alla costruzione dello stabilimento: “Ho ricostruito, in senso figurato, la fabbrica, grazie ai ricordi e a ricerche documentali – aggiunge Mario – ma il mio principale scopo è stato quello di dare un nome a coloro che ne furono gli artefici, le persone che la edificarono con attrezzature semplici, capacità professionali, diligenza e attenzione. Non si verificò alcun infortunio né ci furono intralci”.

Molte le fotografie raccolte, e le interviste condotte al personale di allora. “Le fotografie raffigurano il cuore dell’azienda, sarte e collaboratori che contribuirono a renderla grande e importante sotto l’aspetto economico, sociale e dei rapporti – continua Mario – e Gilberta Antoniali, con le sue interviste, ha dato loro un’anima”. La ricerca, in via di completamento, delinea anche le figure chiave dell’impresa, su tutte quella di Alessandro Vittadello. E poi aneddoti, curiosità, racconti nel racconto. I due autori, ora, sperano di trovare un editore. Per poter pubblicare una storia che a Cordovado (e a Sesto), anche dopo tanti anni, suscita interesse e sentimenti contrastanti.

Per farla rivivere nelle pagine. Per non dimenticare.

Antonio Costantini