Stalis: incontro tra arte e natura

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L’isolamento bucolico, lo scorrere secolare del fiume, gli alberi a donare ombra in un’estate torrida, lento, felpato lo scorrere del tempo, in questo luogo deputato più d’ogni altro a rappresentare Cordovado pur in territorio veneto e in comunione con il comune di Sesto al Reghena, i molini di Stalis sono un unicum con la storia, la tradizione, l’umanità del nostro territorio.

Qui il gruppo Artisti di Cordovado ha programmato una serie di mostre personali che propongono il sentire, le emozioni, l’idealità di nostri concittadini che hanno scelto la pittura, ma anche la scultura, la grafica, il ricamo, per trasmettere le loro pulsioni. Il sito è un’oasi perfetta per queste iniziative che si avvalgono di delicate atmosfere, di richiamo della natura, di semplicità e di ritmi atavici: dal povero contadino che con il carro portava il frumento dal mugnaio per ricavarne farina, dalla madre che immergeva il secchio per prelevare l’acqua, dal pastore che passava scontroso con il suo gregge a brucare i campi immacolati, ai fidanzatini che si appartavano sotto gli alberi per scambiarsi affettuosità, storia e miserie d’un tempo. Lo so, anch’io ho sperimentato in questo luogo una serata teatrale e mi sono stupito della magia, dell’ipnosi fiabesca d’un tramonto riflesso sullo specchio d’acqua limpida e cristallina.

Loro, gli artisti, lo sanno, l’opera vive e pulsa quanto più è immersa in questi spazi particolari. Entro per la prima visita e incontro Roberta Lando, della classe, e il ricordo va alla Latteria Lancerotto, agli anni ‘60, dove l’ho conosciuta, abitando adiacente al bar, e quando incrocio i quadri cromaticamente accesi, floreali, intimamente coraggiosi, mi accorgo di quanto poco conosciamo dell’animo di chi ci sta di fronte, pur frequentandolo da tempo. Sono gli occhi dell’artista che parlano per le opere esposte, l’attesa d’un commento benevolo quasi fosse ossigeno per il proseguo futuro è palpabile e le vele di barca che spumeggiano tra le onde sono il suo saluto, un tocco di rinnovata lena, le fronde verdi si muovono solleticate dal vento, le libellule si rincorrono felici, intorno lo scenario si fa trama. Nel secondo appuntamento incontro Rosy Castellarin e Serena Baruzzo che si fondono in un dualismo degli antipodi, tanto pulita, geometrica, lineare è il lavoro a china dell’una, quanto contaminata, eruttiva, in continuo fermento l’altra. L’immagine scomposta ma tutt’altro che disunita mi parla, caldo, dolce come una crema, il colore nocciola che domina il quadro si fonde e il frullato di pensieri si fa discorso. Serena è un volo d’uccello alla ricerca del suo nido, gentile, educato ma rapace e determinato. Il cigolio degli organi meccanici delle pale del molino sono un tormentone ma fuori Stalis continua il concerto del semplice, ritmato da sciacquii e voli radenti d’uccelli, di erbe aromatiche mosse dal vento e di silenzio… ora di arte.

Fino a fine ottobre ogni fine settimana si rinnova la proposta, che qui ha il gusto artistico di cordovadesi che hanno scelto Stalis come teatro per le loro confidenze, le loro utopie, le loro speranze. Se vi lasciate affascinare da questo connubio sono sicuro che sarete più ricchi: Dante Sclabas, Anna Marcolin, Renato Benvenuto, Saverio Martin, Cristina Serra, Lucina Tesan, Alida Puppo, Enrico Marras, Adriana Cominotto, Angelina Marzotto e Marilisa Dorigo ci hanno creduto, e qui a Stalis la riconoscenza è assicurata.

Roberto Zanin