In bottega da Silvana

Pubblicato in Bacheca

Entravi e ci potevi trovare di tutto: casalinghi, articoli da regalo, prodotti per l’igiene personale, giocattoli. A dicembre la vetrina con l’alberello di Natale addobbato, il presepe e le luci. E Silvana dietro al bancone, con i suoi modi cordiali, le parole schiette, di saggezza popolare, le aperture e le chiusure del negozio e le compere dei clienti a scandire il ritmo delle giornate, assieme al pranzo con il marito Franco (scomparso nel 1999), il figlio Claudio e il fratello Danilo.

In una via Duomo che, senza andare troppo indietro nel tempo, era un viavai di persone, con il panificio Venturini, il negozio di alimentari di Renato Limati, la chiesa, l’oratorio, perfino l’ambulatorio del medico di base alla metà degli anni ’80 (la dottoressa Fiorella Mincioni), il bar nella vicinissima piazza al Tiglio, così come il negozio di Annamaria Cristante.

La dimensione paesana e familiare della “bottega”, prima che la contemporaneità e l’espandersi dei bisogni cedessero il passo alla grande distribuzione, che si è via via affermata come modello prevalente di commercio al dettaglio.

Silvana arrivava in bicicletta la mattina dalla sua abitazione, nella zona in passato conosciuta come “Villa del Coni”, e rientrava la sera. Così per molti anni e fino alla chiusura del negozio, all’alba del 2001. Negli ultimi tempi era facile incontrarla a piedi, per le vie di Cordovado, mentre si recava a fare la spesa, o a Messa la domenica, e scambiare due chiacchiere, un saluto. Ora non più. Se l’è portata via, in un pomeriggio di agosto, un male di quelli che quando te ne accorgi è troppo tardi. Avrebbe compiuto 73 anni il prossimo novembre. Lascia, oltre a Claudio, la nuora Rita, gli adorati nipoti Majkol e Martina, la sorella Valeria e il fratello Danilo, i parenti e i tanti che le hanno voluto bene. E che ancora la ricordano in bottega, cortese e sorridente.

Antonio Costantini