Grazie, Renza

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Per gentile concessione della famiglia pubblichiamo un ricordo della professoressa Renza Monai, scomparsa lo scorso luglio, scritto da Don Roberto Battel. Don Roberto, oggi parroco di Lugugnana di Portogruaro e Marina, nel 1975 la chiamò a far parte della redazione del Curtis Vadi. Il brano è stato letto in Chiesa durante i funerali.

C’è una parola che si legge nel Vangelo, un libro aperto sull’uomo e quindi anche su Gesù che era figlio di Maria, che ricorda un percorso intrapreso da due discepoli la notte del giorno della scoperta del sepolcro vuoto di Gesù. Quei due erano sconsolati perché, con la chiusura del sepolcro, tutto era svanito: attese, promesse, novità nella vita e della vita. La loro esperienza con Gesù? Una bolla di sapone che è bella finchè resiste, ma è bastato un nulla per scomporla nel nulla. Ed anche quel nuovo viandante che si era accostato a loro e che aveva dato una motivazione puntuale sulla persona che loro potevano e dovevano capire, non aveva sortito quel gran risultato. Poi si sono fermati in una locanda per la cena.

E lì, nella cornice di un gesto intenso per quello che dovrebbe rappresentare in ogni famiglia, i loro occhi si sono aperti e hanno preso atto della vita che c’è in loro e nel personaggio che ora non era più misterioso. Il cuore si era finalmente liberato tanto che Gesù era veramente vivo e presente nella loro vita. Increduli per l’esperienza vissuta in quel tratto di strada e umiliati dai loro dubbi, quei due hanno rivissuto la loro storia ripercorrendo la stessa strada, ritornando sulla loro vita. L’unica cosa che si sono detti: “Non ci ardeva il cuore in petto quando ci parlava e ci spiegava le cose che dovevamo conoscere per essere vivi?”.

Amici cordovadesi, domenica prossima la liturgia ci riserva un passo del Vangelo di Matteo in cui si parla di una perla preziosa che finalmente un commerciante ha trovato. Era tanto felice di questo incontro che non ha avuto dubbi: per averla vende tutto e, se il prezzo è quello, quella pietra ne vale la pena. In questi giorni in cui mi è stata raccontata la Passio di Renza (non vi meravigli questo accostamento con i martiri del tempo delle persecuzioni di Roma), ho ripercorso la strada che per cinque anni ci ha visti assieme. La mia ammirazione per Renza è sempre stata grande e oggi, come quei due che rientravano nelle loro case, mi sono interrogato: “Non ardeva il cuore in petto quando senza tante speculazioni teologiche mi parlavi di Dio e di suo Figlio Gesù che era per te di casa come la mamma e le tue sorelle Adriana e Daniela?”. E con Gesù accanto è comprensibile anche la serenità che hai testimoniato nella tua Passio. Sembra che tu non avessi dubbi ma solo certezze: stavi per incontrare la tua perla preziosa e per lei, che dava degno compimento alla tua vita, valeva la pena lasciare anche questo mondo.

Grazie Renza, per questa tua testimonianza e per il dono della tua amicizia e della stima reciproca che il tempo ha visto crescere e la lontananza l’ha affinata in quella direzione che oggi ci rende vivi più che mai nel Signore Dio. Con noi, in questo momento, stanno pregando anche Lino e Paula e dalla Bolivia ti accompagnano alla casa del Padre e, uniti nella certezza della vita ancora ti diciamo: Grazie.

Don Roberto Battel