Dall’oriente al Castello, rosa grande attrazione

“La rosa damascena”, risponde con voce leggera, ma carica di significati, Benedetta Piccolomini, organizzatrice dell’Omaggio alle rose del sultano, alla domanda “qual è la sua rosa preferita?”.

È una rosa di colore rosa, come le dita dell’Aurora secondo gli antichi greci, che appena schiude di poco i suoi delicati petali emana una fragranza suadente, che sembra giungere a sfiorare l’anima. Se ne sta, piccola e bellissima, sul suo gambo in un largo e curato roseto, insieme a molte altre, e di essa se ne trovano diversissimi ed esotici esemplari nelle numerose siepi che popolano i giardini dei palazzi Freschi- Piccolomini e Agricola a Cordovado.

Le (ri)scopriamo all’apertura dei giardini al pubblico, il 17 e il 18 maggio, in occasione della manifestazione “Omaggio alle Rose del Sultano”, terza di una serie a cadenza biennale. Si è trattato di una kermesse culturale costituita da incontri artistico-letterari, presentazioni di libri, momenti musicali, nonché dalla mostra e dalla mercatura di rose antiche e moderne e di unguenti, creme e profumi prodotte da esse, di arredi per il giardino, artigianato.

Sabato 17 l’apertura, con la visita guidata da Alessandro Fornasari (architetto e paesaggista), che ha esposto la sua tesi sul giardino di Cordovado, seguita dall’intervento su “Le rose nell’immaginario” della cultrice di rose Eleonora Garlant.

Andrea di Robilant ha presentato il suo nuovo libro “Inseguendo la rosa – avventura nel giardino” e, come conclusione, l’Associazione Fadiesis ha proposto il concerto di un quartetto di chitarre classiche.

Ha inoltre aperto i battenti la chiesetta di S. Girolamo, ospitando un incontro su “Le rose tra storia, letteratura e musica”, condotto da Silvia Defend nel suo Terzetto con il saxofonista Rino Acerra e il chitarrista Efrem Scacco. In quest’occasione di grande valore poetico si è delineata la figura della rosa nella storia della florigrafia, nella religione e nel mito, si è posta l’attenzione sulla simbologia dei suoi colori e sui suoi significati dualistici e ambigui (il rosso come simbolo di sacrificio e violenza; contrapposizione amore/ morte e amore spirituale puro/amore carnale).

Domenica 18 maggio, mentre la medesima Silvia Defend (laurea in archeologia e studi al Conservatorio) ha guidato le visite alla chiesetta di S. Caterina e al Santuario della Madonna, i giardini hanno ospitato il racconto de “Il giardino per vivere“, basato sulla terapia riabilitativa con rose e piante varie da parte dell’architetto e paesaggista Paolo Sgaravatti con la neuropsicologa Francesca Meneghello e l’agronoma Costantina Righetto.

Nel pomeriggio le iniziative sono proseguite con l’ esplorazione de “Le rose secondo la visione fenomenologica di Goethe” dell’informatrice della cosmesi Dr Hauschka Laura Zamboni, seguita dalla scoperta de ” Le rose del Sultano” con l’ esperto vivaista Ruggero Bosco e il concerto per pianoforte e violino di Stefania ed Erica Fassetta.

“Nella manifestazione – fa notare la signora Piccolomini – avviene un approccio alternativo alla cultura araba, che a volte tanto ci spaventa, in un’atmosfera di bellezza antica e sublime in grado di colmare il bisogno di aria pulita e buona, di serenità interiore, di contatto attivo con la natura”.

L’omaggio alla rosa ha fatto registrare una grande affluenza di pubblico (circa 2000 persone), che tra l’ altro ha giovato alle attività commerciali locali. L’iniziativa si è svolta con il patrocinio dell’Associazione Dimore Storiche Italiane sezione FVG, in collaborazione con l’Associazione Ville Venete e con il Comune di Cordovado.

Kezzia Apetogbo