A Luciano

Magro, alto, con la sua giacca a quadri color tabacco, si concentra sulla partita appena iniziata. Lo sguardo lontano, gli occhi che accarezzano l’erba del campo irregolare e secco, ai margini del rettangolo di gioco. Non sembra sfiorato da nessuna passione, non sembra interessato all’agonismo irruento e goliardico di noi sedicenni, passa la mano stretta sulla sigaretta alla bocca, aspira il suo dubbio in silenzio. Luciano ci guarda, squadra allievi 1971, come il fratello maggiore che ha il compito e la responsabilità di guidarci, ci osserva con il suo felpato e mai aggressivo sguardo, io al centro della difesa aspetto un cenno, una parola, un commento.

Forse, penso, non siamo ben messi, forse non ci siamo capiti, forse… Poi dondola la testa in un vago consenso, vedo il fumo della sigaretta condensarsi in una nuvoletta di apostrofi ma prima che ruoti il corpo dandomi le spalle rapisco, appena percettibile, un sorriso. Ecco, finalmente sento la sua voce: “Paolo dai, dai che li abbiamo in pugno!”. Paolo Gaiatto, il mio compagno centravanti, lo sente proprio mentre dribbla il suo marcatore, ride irriverente, guascone, sbuffando per lo sforzo e l’armonia si spande tutt’intorno. Luciano è di poche parole, pochi battiti, leggero come un alito di vento e quando il pallone entra nella rete dei nostri avversari, i suoi occhi risaltano d’un color marrone intenso, orgoglioso e dignitoso come un maestro alla sessione d’esame dei suoi allievi, mai eccessivo, composto e fiero. Incrocio il suo sguardo sempre buono e sento un forte abbraccio ideale. Lo incontravo, a volte, negli ultimi tempi e mi chiamava: “Ehi stopper Roberto, come va?”. Gli occhi erano gli stessi e la voce quella che partiva dal cuore. Grazie Luciano per quei silenzi, grazie per la grande umanità, grazie per aver fatto della discrezione, dell’umiltà, della tolleranza un esempio per noi ragazzi che sapevamo d’aver dalla nostra un uomo giusto.

Roberto Zanin

I RICORDI DELLA SCUOLA PRIMARIA

I bambini della scuola primaria di Cordovado hanno ricordato con grande affetto Luciano Fontanel (scomparso lo scorso aprile), che prestava servizio di sorveglianza all’entrata della scuola, con alcuni pensieri personali. Alcuni pensieri sono stati letti durante la messa di fine anno scolastico e catechistico, l’ultima domenica di maggio. Nell’impossibilità di pubblicarli tutti, eccone una piccola rassegna.

“Caro Luciano, ti ricordi quando ci coloravi la vita di mattina presto? E quando riuscivi sempre a strapparci un sorriso? Adesso che non sei qui è perché Gesù ti ha voluto con sé. Ma ancora puoi vegliare su di noi come già facevi prima!”

“Caro Luciano sei stato come un amico per la scuola, era come ci facessi aprire una bella giornata, insieme alla scuola. Passavi in ogni classe per farci qualche scherzo, Luciano sei il nostro eroe della scuola. Sei sempre nei nostri cuori anche se non ci sei più. Grazie eroe Luciano.”

“Grazie Luciano per avermi dato amore e gentilezza, sei stato simpatico con me e con gli altri, davvero gentile! Mi chiedevi sempre se erano mature le ciliegie e adesso che sono pronte tu non ci sei più. La mattina a scuola non ci sei e non mi sembra vero perciò vorrei rivederti ancora.”

“Caro Luciano, ci manchi molto. Manca il non vederti più fuori dalla scuola, non sentire le tue battute e non vedere il tuo sorriso. Tu ci tiravi su il morale. Ci manca proprio tutto di te. Vorrei tu fossi qui con noi la mattina per rallegrarci. Anche se non ci sei, nessuno ci farà così divertire e mai potrà prendere il tuo posto”.