Se l’amarcord diventa “social”

Immaginate di passare, un giorno, da piazza Santa Caterina e di trovarci una grande bacheca, sulla quale poter scrivere e condividere qualche riga e qualche pensiero su Cordovado, sulla base della propria memoria e del proprio vissuto: un aneddoto, un episodio, i tratti di un personaggio o di un luogo. Ci si potrebbe anche incollare qualche foto, perché no. Ora, ponete che la piazza e la bacheca siano virtuali, un luogo di ritrovo nel grande mare di Internet, al quale accedere con un computer e una connessione web. Il social network Facebook, per esempio. Ecco, su Facebook, lo scorso inverno, è stato creato il gruppo “Sei di Cordovado se…” (lo stesso è accaduto per molti altri paesi e città: “Sei di San Vito se…”, “Sei di Udine se…”, e così via), in cui i cordovadesi iscritti al social network hanno potuto scrivere e commentare, sostituendo ai tre puntini di sospensione una serie di conoscenze, ricordi e curiosità, ad indicare il senso di appartenenza alla comunità in cui vivono o sono cresciuti. Ed ecco allora farsi memoria condivisa negozi e bar e cinema che non ci sono più, personaggi al confine tra realtà e leggenda, le scuole, l’asilo e la chiesa, il carnevale e le sere di maggio, il campetto e le squadre di calcio, i modi di dire e le frasi storiche, la radio libera del 1976 (Radio Onda Alternativa) e la base aeronautica. Questo e molto altro. Alcuni hanno postato foto d’epoca, a corredo di un revival permeato spesso di nostalgia, talvolta di ironia, sempre di grande affetto verso Cordovado. La testimonianza collettiva dell’attaccamento alle proprie radici: anche nelle differenze generazionali, anche da parte di chi da tempo vive altrove.

C’è pure chi ha proposto di organizzare nel periodo del palio la festa del gruppo “Sei di Cordovado se…”, che ora conta più di 500 iscritti. Sarebbe un cerchio che si chiude: dalla piazza virtuale a quella reale.

Antonio Costantini