Il gruppo Caritas tra iniziative, problemi e speranze

Comunità” é davvero una parola grossa: spesso non si considera che farne parte implichi la partecipazione non solo alle funzioni celebrative, ma anche ad attività di formazione del proprio credo, come in ambito catechistico, e ad operare la carità. Come sistema può ricordare le tre virtù teologali (fede, speranza, carità), che rammentano la presenza di Dio nella vita quotidiana: curioso quindi che l’aspetto caritativo della comunità cristiana sia spesso tenuto in minor considerazione degli altri.

Caritas é l’organizzazione responsabile di questo genere di attività; a Cordovado è attiva soprattutto nella distribuzione di generi alimentari e di prima necessità alle famiglie con forti difficoltà economiche. Fortunatamente non si tratta di un grande numero di casi, ma le necessità ci sono, e vengono richiamate anche dalle pagine del Rivellino, il foglio parrocchiale.

Il referente Antonio Lena rileva problemi e speranze che coinvolgono il gruppo Caritas cordovadese. Nota, in primo luogo come la direzione non sia composta da cordovadesi stretti, ma spesso da cittadini provenienti da altre comunità. Questo già è un primo campanello d’allarme. “In più si avverte l’esigenza – afferma Lena – di un dialogo maggiormente sinergico ed efficace con le altre associazioni, comunali ma anche interne alla parrocchia (per esempio l’ACLI). Sarebbe bene che si trovasse un punto di organizzazione e coordinamento più efficace delle forze, che potrebbe essere, per esempio, lo stesso Comune di Cordovado”. Un altro problema, oltre a quello del coordinamento tra associazioni, è quello del coinvolgimento dei giovani. “Anche se ci sono stati dei timidi tentativi di inserimento, la loro integrazione – continua Lena – spesso non è andata a buon fine, e si è riscontrata la tendenza ad eludere l’impegno preso. E’ pure vero che il gruppo Caritas ormai è formato da una fascia d’età media non troppo giovane, e i ragazzi che provano ad entrare possono non trovare gli stimoli adatti ad accogliere le loro aspettative. Sarebbe auspicabile la formazione di una compagnia di coetanei all’interno del gruppo, in modo da favorire la motivazione”.

Gli attuali componenti si stanno comunque adoperando per fare appello alla parte giovanile di Cordovado, in modo che si crei un sistema comunitario autonomo, senza necessità di far ricorso ad “esterni”.

Per questi motivi, tante sono state le iniziative, con l’obiettivo di promuovere delle giornate a tema in modo da creare una serie di momenti cui darsi appuntamento. Insomma, per ora manca un ricambio sicuro e propositivo per l’associazione: per risolvere il problema è necessario coinvolgere tutta la comunità, riportarla a comprendere l’importanza e il senso anche cristiano di questo servizio, per darle un futuro più autonomo e vario, vivace, vivo.

Samuele Deppieri