Il bilancio di cinque anni

Il mandato amministrativo nato dalle elezioni del 2009 è ormai nella sua fase conclusiva. Nei prossimi mesi sarà tempo per una nuova campagna elettorale. Con il sindaco Francesco Toneguzzo tiriamo le somme sull’attività svolta nel quinquennio.

Qual è stato il bilancio complessivo di questi cinque anni?

“Il bilancio nel complesso è positivo: il programma elettorale è stato rispettato per il 95%, il restante 5% si sta realizzando (con ritardo, a causa del patto di stabilità). Alcune opere erano già in itinere, avviate dalla precedente amministrazione di cui facevo parte.

C’è da dire anche che tante opere sono state realizzate ex novo. Palazzo Marcuzzi è finalmente un capitolo chiuso: al recupero urbanistico si è unita la creazione di nuovi spazi per le scuole. Abbiamo proseguito con il recupero dell’area Castello. Sono state eseguite numerose opere idrauliche su tutto il territorio. Adesso dobbiamo investire altri 300.000 Euro per la tutela dei corsi d’acqua e delle zone agricole. C’è anche il depuratore nuovo, che sarà in funzione con gli inizi del 2014. Abbiamo molte aspettative per la pista ciclabile in via Teglio e per la messa in sicurezza di via Portogruaro. Stiamo tracciando le basi per un progetto turistico che dovrà coinvolgere l’intera comunità, dai commercianti agli albergatori alle associazioni.

Un’altra grande fortuna è che la nostra è una comunità interessata e sollecita. Per esempio, il progetto di sorveglianza delle scuole, il controllo del traffico durante i funerali e le manifestazioni, il trasporto dei diversamente abili e degli anziani, nonché il progetto per il trasporto del cordone ombelicale, sono resi efficienti da privati cittadini, da volontari della Protezione Civile e dalla locale associazione carabinieri in congedo”.

Quali ritiene siano state le scelte qualificanti del suo mandato?

“Siamo usciti da una tornata elettorale non semplice, che vedeva il paese diviso a metà, ed entrati nella gestione nel 2009, in piena crisi. La mia principale intenzione era quella di far capire che eravamo l’amministrazione di tutti, con il compito di aggregare e fare comunità. Lavorare sul mondo delle associazioni, del volontariato, a supporto dell’attività amministrativa e a servizio dei cittadini”.

C’è qualcosa che non è riuscito a fare ma che avrebbe voluto fare?

“Ci sono tante possibilità di miglioramento, per Cordovado. Penso agli edifici in centro storico che bisognerebbe recuperare: un’azione già saggiamente intrapresa dalle precedenti amministrazioni. Penso inoltre a un progetto turistico basato sulle nostre reali potenzialità e alla realizzazione di nuovi spazi verdi per i nostri ragazzi. Riuscire a trovare posti di lavoro ai disoccupati, in questo momento negativo”.

Ritiene che le politiche intraprese sul fronte dello sviluppo economico del paese siano state adeguate?

“Purtroppo siamo arrivati in un momento particolare, però siamo andati avanti nel completare la Zona Artigianale, con nuova viabilità, per eventuali nuovi insediamenti produttivi, nella certezza che prima o poi usciremo dalla fase economica negativa. Abbiamo partecipato alle diverse iniziative per la difesa dei posti di lavoro degli operai della Ideal Standard e della Electrolux, e del loro indotto. Abbiamo attivato borse lavoro e sostenuto persone in difficoltà tenendole occupate per la comunità, salvaguardando la dignità della persona. Infine, abbiamo sperimentato un periodo lavorativo per cinque nostri studenti con esito positivo e impiegato anche lavoratori socialmente utili”.

Com’è stato lavorare a capo di una lista civica politicamente eterogenea?

“C’era un’idea, ben chiara: la condivisione di un programma, pur con sensibilità diverse, tenendo ben presente lo spirito di servizio e non quello di potere. Lo scopo era mantenere tutte le promesse fatte ai cittadini, e abbiamo fatto quello che serviva, lavorando per rispettare i tempi con serietà e coerenza, da parte della giunta e del consiglio comunale. Non è mancato il confronto con l’opposizione, basato sul rispetto reciproco delle idee, pur nel distinguo, ma tenendo sempre presente il bene della comunità da parte di tutti”.

Cos’ha imparato in questi anni?

“Ho imparato ad ascoltare tutti, perchè ognuno di noi può essere utile alla comunità. Bisogna lavorare seriamente mettendosi a disposizione degli altri, per dare ai nostri ragazzi un futuro concreto, fatto di poche chiacchiere ma di tanti esempi”.