Aurora Deotto si congeda

Laureata in lettere, Aurora Deotto ha insegnato per anni alle scuole medie di Oderzo come professoressa di Italiano, stringendo un forte legame con i suoi allievi, per poi assumere la dirigenza dell’Istituto Comprensivo di Cordovado nel 2007, dopo la fine del mandato di Vinicio Giuseppin. Con il 31 agosto ha terminato il suo incarico, raggiungendo la pensione. In questi anni la dirigente si è mostrata diplomatica nei rapporti, ha portato la scuola a numerosi traguardi nelle varie discipline ed ha sempre preso in grande stima e serietà il suo lavoro. «Da sempre – dice – ho voluto fare questo mestiere, diventare insegnante».

Come ha trovato l’Istituto al suo arrivo e come lo lascia?

“Al mio arrivo avevo trovato un sistema già organizzato. Decisi di darmi subito da fare per tenere a bada il grande complesso di scuole a cui ero a capo, che comprende Sesto, Cordovado, Bagnarola e Morsano, con un totale di circa mille studenti. Tenerlo sotto controllo è fattibile, ma richiede un intervento costante. Ho sempre cercato di migliorare, per quanto possibile, l’impostazione dell’istituto, dove l’ordine e la sua efficacia partono soprattutto da un buon copo docenti e un buon organismo personale, con cui mi sono trovata bene fin dal principio. Spero di aver lasciato la scuola bene: più forte di come l’ho trovata per assetto, impostazione e rete del personale”.

Quali sono le tre sfide più importanti che ha affrontato e cosa si porta nel cuore?

“Lo scoglio più importante è stato quello di ottenere delle classi rispettando il più possibile le richieste dei genitori, essendoci difficoltà anche per gli sdoppiamenti. Organizzare delle buone classi rispettando residenza, numeri e richieste personali può essere complicato. Mi è sempre dispiaciuto che la scuola in generale stia diventando schematica con i ragazzi, riducendoli a numeri dentro le tabelle. Bisogna ricordarsi che i ragazzi non sono affatto numeri. Un’altra difficoltà è stata tenere il passo con la tecnologia. Dopo il primo progetto siamo riusciti ad ottenere qualche LIM (lavagne interattive multimediali), comunque poche in quanto distribuite nelle varie sedi. Sebbene sia stato un percorso che ho voluto intraprendere, non ha dato grandissimi risultati: pur avendo sfruttato tutti i finanziamenti, LIM e computer non sono ancora sufficienti. Infine è arrivato il POF (Piano Offerta Formativa), FIS e i bandi dei vari enti, quindi i finanziamenti per i progetti desiderati con zelo dagli insegnanti. Ho sempre tentato di fare il possibile per accontentarli, perché ritengo che la voglia di fare e la partecipazione degli insegnanti sia indispensabile per una buona scuola, e spero che l’entusiasmo continui. Nel cuore porto un grande amore per la scuola, l’impegno che ho messo nel mio operato e la calda partecipazione e collaborazione di insegnanti e personale, ma anche l’entusiasmo dei ragazzi. Del resto tutto ciò l’ho fatto volentieri e con passione, l’ho desiderato fin da giovane e mi è piaciuto”.

Infine, quali sono gli indirizzi di studio che vengono intrapresi più di frequente all’uscita della scuola media? C’è stata un’evoluzione nel tempo? Qual è la sua valutazione?

“Sono arrivata nel boom dei licei: molti intraprendevano questo genere di studi. Con il tempo però le cose sono cambiate: c’è più equilibrio tra licei, tecnici e professionali, anche se questi ultimi due sono più gettonati, perché danno un titolo più immediato, o offrono più probabilità di lavoro. Infatti gli studenti sono molto influenzati dalle famiglie, che sono giustamente preoccupate per il lavoro, ma spesso non si tiene in buon conto il consiglio orientativo. Il pericolo è che guardare solo al risultato veloce e più sicuro possa limitare gli studenti che dimostrano anche buoni interessi, e privarli di alcuni percorsi interessanti che potrebbero maturarli. In ogni caso credo sia giusto dare fiducia ai ragazzi, offrendogli sempre l’opportunità di responsabilizzarsi, presentando situazioni che potranno trovarsi un giorno a vivere. Inutile farli crescere in una campana di vetro: per questo una scuola deve essere una scuola di vita”.

Il nuovo dirigente

Il nuovo dirigente si chiama Alessandro Basso, ha 34 anni e farà il reggente annuale. Dallo scorso anno è dirigente (titolare) dell’Istituto Comprensivo di Azzano Decimo, dopo 12 anni di servizio come insegnante nel Secondo Circolo Didattico di Pordenone.

Samuele Deppieri