Il Molinetto del miracolo

Che la terra di Cordovado sia terra d’acque e di mulini è testimoniato anche dalla dedicazione della chiesetta a Santa Caterina d’Alessandria, protettrice dei mugnai.

Le acque rilevanti del comune sono la Ligugnana, che scorre vicino al castello, la Lugugnana, la roggia Canedi, che scorre davanti al Santuario (un tempo Roia), il rio Belvedere, il canale Taglio e, infine, il rio Roiale (un tempo Gazolla), dove anticamente sorgeva il molinetto di Cordovado, di grande interesse storico e non solo per l’attività molitoria, ma anche per fatti di rilievo spirituale e culturale.

Il Roiale è formato dalla confluenza del Canedi con la Ligugnana e con l’acqua che proviene dai laghetti di Venchiaredo. Delimita in parte i comuni di Gruaro e Cordovado ed è un’eredità medioevale, quando il Gazolla separava la località soggetta al vescovo di Concordia dalla giurisdizione dell’abate di Sesto.

Il molinetto che sorgeva sul rio ebbe vicende travagliate, con contese che si risolsero nel XIV secolo con l’assegnazione al Vescovo e quindi a Cordovado. Che fosse un manufatto di grande importanza economica si assume dal fatto che nel 1517 giravano ben 4 ruote. Nel secolo XVII parte di esso fu incamerato nel patrimonio del Santuario della Madonna, che nel 1735 acquisì poi la proprietà fino alla soppressione napoleonica.

Nel catasto austro-italiano l’edificio era censito come molino ad acqua-con casa, proprietà di Bornacin Antonio qm. Giovanni, livellario al Pio Istituto Elemosiniere di Cordovado.

Nella metà del XIX secolo fu abbattuto per costruirne uno nuovo che fu via via ampliato (sul pilastro d’entrata c’è l’iscrizione “Antonio Bornacin fu Giuseppe F.F. 1868”), furono sostituite le ruote con turbine e nel tempo l’attività passò da artigianale a industriale. Questo fino alla prima metà del XX secolo, con la gestione della famiglia Segalotti, quando cessò definitivamente di operare. Oggi è la sede della Vit Torniomeccanica.

Il sito del molinetto è, con ragionevole probabilità, il luogo del miracolo rappresentato negli affreschi (1435) della chiesa di San Francesco di Udine, con scene della vita, viaggi in Oriente e miracoli del beato Odorico da Pordenone.

L’episodio è stato interpretato dallo studioso George Kaftal con l’incidente avvenuto (nel 1324) a Giovanni da Cordovado detto Galluccio, che riportò gravi lesioni alla mano, durante il lavoro alla mola del mulino. Sette anni dopo, alla morte di Odorico (14 gennaio 1331), Giovanni decise di recarsi a Udine per rendere omaggio al corpo del francescano, ma durante la notte, nel sonno, il frate guarì il dito del devoto mugnaio.

Nell’affresco Odorico viene dipinto, in apparizione, sopra il letto dall’alta testiera con l’infortunato che indossava un berretto da notte. La procedura del miracolo si conclude con il pellegrinaggio di Giovanni, a cavallo, in camisola, cappuccio bianco senza foggia e, nella mano destra, un cero votivo.

Galluccio fu mugnaio a Cordovado tra il 1324 e il 1352, dove era strettamente legato all’amministrazione diocesana.

Molto probabilmente il molinetto sul Roiale entrò anche in proprietà di Francesco Diana, padre dell’Umanesimo friulano, che nacque a Cordovado verso il 1430 e rimase sempre legato a questa terra.

Il magister Francesco, quando morì (1501), lasciò eredi i figli di una nipote e in un atto notarile del 9 gennaio 1502 si rilevava l’affitto di un mulino in Cordovado al mugnaio vicentino Mattia q. Martino, con l’aggiunta che il precedente possessore era stato messer Francesco Diana abitante a Udine.

A ricordo dell’importanza storica e spirituale del sito, per interessamento dell’Amministrazione comunale e della Vit Torniomeccanica sarà installata una ruota in ferro con un leggìo che rileva la storia del luogo.

Dario Bigattin