Vincenzo Marzin, deputato al parlamento italiano

Don Aldo Pagnucco nel libro “Cordovado” aveva sottolineato il talento di Vincenzo Marzin come cromolitografo (procedimento di stampa artistica a colori), addirittura con un’iperbole “il principe dei cromolitografi italiani, perché portò in Italia quest’arte a perfezione mai raggiunta da altri”. Monsignore si era arreso per mancanza di documentazione e, non potendo sviluppare ulteriori approfondimenti, aveva tratteggiato una biografia molto sintetica “figlio di Antonio Marzin e Laura Nonis, nacque a Cordovado il 2 gennaio 1846 e morì (a Cordovado) il 13 marzo 1896… amico di Antonio Freschi e Francesco Cecchini”.

 

Vincenzo era fratello di quell’ing. Gino Marzin che aveva sposato nel 1897 la contessa Giulia (Italia Laura Maria) Mainardi, lontana cugina di Ippolito Nievo, con 27 anni meno di lui. La finezza artistica del personaggio è ancor più convalidata dal fatto che il “geniale dilettante di pittura” Vincenzo Marzin aveva ritoccato nel 1877 i dipinti della cantoria del Santuario della Madonna, dirigendo altresì i lavori di restauro. Ma se i meriti artistici erano del tutto evidenti, forse è emersa poco la sua “valenza” politica. E’ stato un combattente eroico nella campagna della terza guerra di indipendenza del 1866 e, quale ufficiale superiore del Regio Esercito, fu decorato con medaglia al valor militare. Ebbe esperienze in Consiglio comunale e ricoprì per circa un anno l’incarico di presidente del Consiglio provinciale di Udine. L’aspetto più rilevante resta però il fatto che è stato il primo e, forse, l’unico Deputato che Cordovado ha avuto nel Parlamento italiano, “uomo di facile intuizione, di molta cultura, di distinta pratica amministrativa e di parola elegante e profonda”. Eletto per la prima volta nel maggio 1886 nel secondo collegio di Udine per la XVI legislatura, fu rieletto anche nella XVII legislatura, rimanendo in Parlamento dal 1886 al 1892. Poi, per il collegio di S. Vito al Tagliamento, fu eletto un’altra volta nella XIX legislatura (1895-1897).

Schierato con la destra, si fece apprezzare per spirito autonomo e assiduità nei lavori parlamentari, in particolare per l’impegno nella Commissione permanente incaricata della revisione dei bilanci degli enti locali. Nel 1889 ispezionò i lavori di imboschimento del bacino montano del Tagliamento. Morto mentre era ancora in carica, fu commemorato con un discorso alla Camera dei deputati il 19.3.1896. Gli subentrò un cordovadese di “elezione”, il conte Gustavo Freschi, figlio del famoso Gherardo che fu anche sindaco di Cordovado. Un busto, che rappresenta il volto di Vincenzo Marzin, è stato realizzato da Pietro Bearzi in gesso bianco patinato, e si trova nell’Archivio della Curia Vescovile di Pordenone.

Dario Bigattin