Ottavio ci mancherai

Pubblicato in Lettere

I barbieri, a Cordovado, hanno un ruolo importante e insostituibile di testimonial della nostra comunità, un po’ psicologi e un po’ sociologi del vivere quotidiano, del malessere sociale, dell’inquieto trasformarsi della società. Ottavio, che già nel nome evoca la tradizione latina, è stato un sensibile accompagnatore, calato perfettamente nella parte, discreto, attento, paziente, reattivo.

Ascoltava mentre eseguiva quei gesti meccanici che disegnavano orbite note e compitavo il taglio dei capelli; si faceva confidente, roteando le forbici ad inseguire traiettorie d’arte e le battute scandivano la sua seduta. Amante del ballo, tanto da costruire una pista dietro casa, del cinema da concorrere alla realizzazione del cinema Orfeo, del calcio da collaborare con la SPAL Cordovado, è stato attivo in un paese e in un tempo che scandiva la sua giornata con il rintocco della campana. Gigetto Stefanato, Raffaele Romio, sono stati i compagni di categoria che caratterizzavano il mestiere e a volte la missione di barbiere.

 

Ora che non ci sei più, siamo tutti più poveri, per l’esempio di cosa sia la dignità, l’educazione, il fare bene il proprio lavoro, mai bramoso di facili lucri, con quel suo sorriso benevolo, quella sua voce gracchiata, la serietà e la nobiltà d’animo che si palesava allorquando passando dalla casa dei miei, lo vedevo davanti alla porta del suo negozio, con il suo camice azzurro e lo sguardo attento e ironico, e mi diceva: “Ciao Robertino”. “Ciao Ottavio, grazie”.

L’odore di borotalco, spruzzato sulla spazzola, fluttuava nell’aria e impregnava l’ambiente della barbieria, a segnalare che il suo lavoro era finito, ti alzavi ed eri sereno con te stesso. Io quell’odore di mentolo non lo dimenticherò.

Roberto Zanin