Libero tra i pali

Pubblicato in Bacheca

Quando il portiere si mette davanti al computer e decide di scrivere, nasce “Libero tra i pali“. È un poderoso manuale di 500 pagine, edito dagli umbri Calzetti & Mariucci. Rappresenta un po’ il sogno di una vita trasformato in testo didattico. Elabora dati, schemi, grafici e statistiche, integrandole con una molteplicità di fotografie che documentano prese plastiche, posizioni tattiche, uscite alte e basse, attacco alla palla, tuffi spericolati, organizzazione, guida della difesa, atteggiamenti corretti, emozionalità.

L’autore è il cordovadese Michelangelo Mason, classe 1968, numero uno calcistico di lunga militanza, oggi allenatore dei colleghi della Sacilese in serie D. Uno specialista del ruolo, con un passato agonistico alla corte di Spal, Centromobile, Sanvitese, Maniago, Pordenone e Prata. Con lui per il testo ha lavorato Maurizio Seno, professore emerito di pallone al Centro federale di Coverciano, fornendo all’opera una dimensione di respiro nazionale.

Non è un romanzo. È piuttosto un libro scritto per provare a capire cosa sono chiamati a fare (e a evitare) quei “matti” dei portieri. Un compendio senza dogmi, inteso e pensato nella maniera più completa possibile, su un ruolo difficile e soggetto a diversi cambiamenti nel tempo e nelle culture. Dietro c’è un lavoro certosino, con materiale accumulato, tarato, filtrato e meditato per tre lustri. Coniuga rigore tecnico e passione sportiva, anche in virtù delle importanti esperienze di Mason nei settori giovanili di Milan, Udinese e Venezia, allenando muscoli e cervello dei piccoli numeri uno. In sintesi: un pezzo di cuore (e di storia personale) che assume una dimensione universale. «Essenzialmente l’ho diviso in quattro sezioni – racconta lo stesso autore -. La prima parte esamina la coordinazione, intesa come specificità. In questa chiave propongo una modalità innovativa nello sviluppo del lavoro. Poi c’è la dimensione acrobatica, con il controllo del corpo. La terza si occupa della sfera psicologica, dal giovanissimo all’adulto. Approfondisce concetti come l’autostima, il confronto, l’adattamento. Infine c’è il capitolo documentale: considera oltre 400 prestazioni di portieri mondiali, vivisezionando il gesto tecnico. Le tabelle riepilogative, le foto del portogruarese Vinicio Scortegagna e i disegni aiutano a orizzontarsi meglio chi legge».

Ma come è nata la sua vocazione personale? «Da bambino – risponde Michelangelo, oltre 190 centimetri d’altezza e mani di ferro – avevo il mito di Zoff: portiere, friulano e juventino. Ce n’era abbastanza per diventare il mio supereroe. Dopo di lui c’è stato un cammino complesso, che in Italia potrei sintetizzare nelle simboliche tappe che portano i nomi di Walter Zenga e Gigi Buffon. Siamo saliti dai 182 centimetri per 78 chili ai 190 per 88 dei moderni guardiani dei pali, con tutto ciò che una tale evoluzione si porta dietro. In ogni caso, capitan Dino resta per me una figura quasi mistica».

Pier Paolo Simonato