La foto Antica

Asilo Infantil e “Francesco Cecchini “: i bambini nati nel 1921 in una fotografia dell ‘anno 1925/26. 

La conduzione dell’Asilo InfantileFrancesco Cecchini” incominciò nel 1900 e nell’archivio esiste, ben conservata, la documentazione della gestione economica. Cercando altro, ho potuto scorrere rapidamente alcune carte del primo Novecento e sono rimasto ammirato dalla precisione e rigore degli amministratori. Meriterebbero di essere studiate.

Fra le diverse fotografie da me rintracciate, la più antica è databile 1909/10 e comprende i bambini nati nel triennio 1904/05/06. Ne ho contati 99 e ad essi provvedevano 5 maestre, 2 addetti ai servizi e un cuoco. Molta documentazione andò smarrita con l’invasione austriaca nel 1918. La fotografia presentata in questo numero, databile 1925/26, è inedita e proviene dall’album di mio fratello Francesco Monopoli.

Sono ritratti i bambini della classe 1921: i maschi erano 20, le femmine 30. Con le altre due classi i frequentanti erano almeno 150. Dal 1919 le suore erano subentrate nella conduzione dell’Asilo. A mezzogiorno veniva distribuita una scodella colma di minestra in brodo con pastina, insieme alla carne lessa sbriciolata; i bambini mangiavano in piedi con il cucchiaio, unica posata a disposizione. Il cibo era abbondante e saporito, ed il buon Nadalin Cristante, l’inserviente tuttofare, era pronto per chi voleva replicare. Al venerdì il menù era variato: minestra di riso e fagioli. Nel pomeriggio suor Michelina arrivava con una cesta e dava a tutti una fetta di pane. Da lì il suo affettuoso soprannome.

Nel 1927 il fascismo promosse la campagna demografica e i nostri genitori accolsero con entusiasmo l’iniziativa. I frutti sono manifesti in una fotografia dei frequentanti nel 1936: sono immortalati ben 178 bambini e bambine nati nel 1931, 1932 e 1933. Anche noi delle classi dal 1937 al 1940 eravamo numerosi: un triennio superava abbondantemente il centinaio. La II guerra mondiale comportò una regressione delle nascite e soltanto dopo qualche anno si ristabilizzarono intorno alla novantina.

Nel tempo ci furono punte di frequenze più o meno alte ed oggi il nostro bell’asilo, recentemente ristrutturato, accoglie più di cento bambini.

Concludo con i miei pochi e purtroppo sbiaditi ricordi. L’età si fa sentire. Ricordo i piccoli tavoli con i fori per le scodelle, per la quotidiana minestra; sedevamo sulle panche dopo aver recitato una preghiera e mangiavamo disciplinati in fretta per l’appetito. Seguiva un riposino. Ripartiti in alcune stanze, cercavamo di dormire, il capo appoggiato sulle braccia incrociate sopra il banco. Non riuscivo ad addormentarmi, sbuffavo e mi annoiavo tremendamente. Passavamo il resto del pomeriggio seguendo gli insegnamenti della dottrina e un primo approccio con un quaderno a quadretti e una matita, sempre spuntata, a compilare, aiutati dalla paziente suora, pagine e pagine di aste. Che tormento! C’era la guerra, tanta paura, frequentavo mal volentieri l’asilo e non vedevo l’ora di tornare a casa. Un paio di volte, di nascosto dalle suore impegnate in cortile, mi riuscì di svignarmela dal cancello casualmente socchiuso. Raggiunsi la casa di mia nonna Gegia Altan, che abitava lì vicino; lei mi riportò dalle suore, fui ben catechizzato, sempre controllato, e in seguito divenni un “recluso” modello.

Con l’aiuto della cara signora Anna Gasparotto, a quel tempo bambina, sono stati riconosciuti diversi alunni, e alcuni sono ricordati.

Prima riga in alto, da sinistra: suor Michelina “del Pan”, Ernesto Sclabas (2°), Dante Mezzavilla e Giuseppe Danelon (5° e 6°), Antonio Cristante (8°), Gregorio Limati (14°) accanto alla Superiora, suor Agnese; seconda riga: Ada Brusut (1a) e di seguito Albertina Bot, Tranquilla Pillon, Teresa Bot e Francesco Monopoli (5° al centro); terza riga: Maria Bertoia e Norina Cristante (2a e 3a), Anna Gasparotto (7a) e Santa Danelon (10a); in primo piano: Dina Petraz (1a) e di seguito Livia Galasso, Ida Nadalin, Delfina Pippo, Adele Giusti, Maria Tramontin (8a), e ancora di seguito Maria Gaspardo, Teresa Cordenons, Luigia Cristante e Carmela Zamparo. Altri non riconosciuti: Carlo Bagnara, Gino Cristante (lo stradino comunale), Primo Marzin (il fabbro), Giovanni Bruni (negoziante), Vittorio Toneguzzo, Luigia Toneguzzo, Severina Colloredo, Maria Martin, Teresa Ventoruzzo. 

Mario Monopoli