Gli obiettivi del Progetto Giovani

Spettabile Redazione, ho letto e riletto più volte l’articolo da voi proposto sullo scorso numero del Curtis Vadi, relativo al Progetto Giovani. Avete fatto bene ad invitare i lettori ad un dibattito sulle politiche giovanili, perché non penso sia un tema che possa esaurirsi in un breve intervento, viste le diverse sfaccettature dell’argomento.

La cosa più importante, secondo me, è capire ruoli e desiderata. Logicamente e giustamente gli adolescenti o i giovani propongono ciò che desiderano, di cui sentono l’esigenza allo loro età: feste, giochi, pizza, spazi destrutturati, ecc.

Qual è però il ruolo degli educatori, degli adulti e degli amministratori? Ricordiamoci che il Progetto Giovani, nato nel 1996, ha già nel nome la sua ratio: è un Progetto di Politiche Giovanili, non una serie di attività da accostare tra di loro, se ci sono disponibilità, tempo e voglia. Le iniziative proposte devono volgere tutte all’obiettivo ultimo del progetto che è quello di coinvolgere i giovani in attività che li possano far crescere, vedere e far sentire protagonisti della loro vita, delle loro esperienze e che possano dar loro la possibilità di essere parte delle iniziative della comunità.

Questo nel corso degli anni è avvenuto. Naturalmente parliamo di giovani, di risorse umane e quindi l’obiettivo non si può mai dire di averlo definitivamente conquistato (cambiano i giovani, le loro esigenze, cambiano gli operatori, le dinamiche ecc.), ma alcuni risultati ritengo si possano considerare raggiunti (alcuni giovani hanno maturato delle scelte che li vedono coinvolti in prima persone nella vita della comunità, nel 2008 i ragazzi sono stati parte integrante nella realizzazione delle iniziative culturali/sociali che hanno visto protagonista il nostro comune).

Se la frequenza dei ragazzi alle iniziative del Progetto Giovani si è abbassata, certamente è un dato da valutare, ma mi aspetto che un amministratore, che crede in un progetto, verifichi, analizzi, cerchi le cause di questa situazione per poter porre in essere tutte le strategie per porvi rimedio o per fare le dovute scelte.

Detto questo non sindaco la scelta dell’attuale amministrazione sulla “sospensione momentanea” delle attività del PG, so a quali tagli siano sottoposti ogni anno di più gli Enti Locali, ciò che mi rammarica è il suo modus operandi: non ci si può porre il problema o analizzarlo nella seconda metà del mese di dicembre se il contratto e la  rogettualità in atto scadono alla fine dello stesso mese.

Quindi, è vero che i contratti scadono, ma scadono periodicamente. Basta prendersi per tempo, ma naturalmente bisogna avere le idee chiare se si vuole o no portare avanti un progetto, un contratto ed eventualmente con quali modalità.

Chi opera nel sociale sa quanta importanza ha il principio di continuità in questi ambiti.

Spero che questa mia lettera possa essere un contributo al dibattito da voi sollecitato, per poter  icordare perché è nato il progetto, riandare alle sue origini, averne memoria storica, in modo da non buttare alle ortiche il lavoro fatto in questi anni, perché questo sì potrebbe voler dire spreco di denaro pubblico.

Ringraziandovi per lo spazio concessomi, porgo un cordialissimo saluto.

Carla Coassin