La Base di Cordovado si congeda

Pubblicato in Bacheca

Tutto cominciò con un alzabandiera e con il sollevamento sulle rampe di missili dai nomi evocativi e mitologici, Ajax ed Hercules.

Un rituale semplice, nelle liturgie austere della guerra fredda. Era il 1 agosto 1959 quando la base missilistica di Cordovado fu inaugurata ufficialmente.

50 anni fa, un altro mondo, a blocchi contrapposti.

 

D’altra parte, già da un paio d’anni un primo nucleo del personale assegnato al reparto cordovadese, la 3a Squadriglia, volava in Texas, a Fort Bliss.

Il motivo? Addestramenti al sistema d’arma che avrebbe connotato la base: la tecnologia missilistica Nike-Hercules, i cosiddetti “guardiani silenziosi”, una delle più longeve in dotazione alla Forza Armata (nel 2006 l’ultimo lancio, in un poligono della Sardegna), in grado di intercettare un bersaglio aereo fino ad oltre 150 km di distanza e 100.000 piedi di quota, e utilizzabili anche in modalità terra-terra.

Nell’ottobre del 1964 la 3a Squadriglia cambiò il proprio nome in 58° Gruppo Intercettori Teleguidati.

Da allora e per lungo tempo ha costituito la punta avanzata orientale della difesa aerea, con la Jugoslavia e quindi il Patto di Varsavia a poco più di 50 km di distanza. Due passi, in prospettiva strategica.

In cinque minuti bisognava essere pronti a fare fuoco – racconta l’aviere Gianpietro Corrias – e siamo stati più volte sul punto di premere il fatidico pulsante, poi l’allarme cessava. Gli sconfinamenti nei cieli italiani da parte di aerei del Patto erano all’ordine del giorno, volti a saggiare la nostra capacità di reazione”.

Vegliavano senza sosta i radar, in grado di sondare lo spazio aereo per un raggio di oltre 200 km.

Negli anni il 58° Gruppo crebbe nel numero di componenti. Dal 1964 al 1987 rimase insediato a Cordovado anche un distaccamento dello U.S. Army, in un’area cui l’accesso era scandito da procedure rigorose. In molti, a Cordovado, ricordano i soldati americani fare jogging sul far della sera.

Complessivamente, nel periodo di maggiore attività, in più di trecento prestavano servizio nella base, tra italiani e americani, inclusi molti giovani di leva.

Il Reparto si dette anche un simbolo, per mezzo di un concorso aperto al personale interno. Fu scelto un condor che artiglia un missile, sullo sfondo del mondo.

Campeggia all’aperto e nelle stanze. L’emblema fu scolpito pure in marmo di Carrara, nel 1969, da Mario Revelant, missilista artista, che in seguito realizzò anche una fontana fuori dal Circolo Sottufficiali.

Nell’82 e nell’85 il “Condor” ottenne il trofeo per il miglior rendimento nella 1ª Brigata Aerea, che valutava aspetti operativi, addestrativi, tecnici e logistici. Competenza e professionalità, dunque.

E per prendere una pausa dalle operazioni strategiche si poteva usufruire di una sala cinema, di un campo da calcio e di campi da tennis.

Molti militari dell’Aeronautica assegnati al 58° Gruppo e provenienti da tutta Italia si sono stabiliti definitivamente a Cordovado, dove hanno trasferito la loro vita, si sono innamorati, si sono formati una famiglia, spesso impegnandosi anche nell’associazionismo locale e nelle società sportive.

A suggellare il solido legame con il paese, nel settembre 1996 fu conferita al Reparto la cittadinanza onoraria cordovadese. Da quel momento il rosso e l’azzurro, presenti nel cuore e nel corso d’acqua raffigurati nello stemma del Comune di Cordovado, fanno da sfondo bicolore al condor dell’emblema.

In quest’estate 2009, invece, sui 121.000 metri quadri dell’area di lancio e sugli oltre 70.000 della logistica, la cui futura destinazione dovrà essere stabilita d’intesa dalla Direzione del Demanio militare e dal Comune, e pure sulla marmorea Madonna di Loreto, protettrice degli avieri, batte un sole malinconico.

Clima di smobilitazione. Una decisione dovrà essere presa anche in merito ai cimeli e agli arredi contenuti negli edifici del complesso.

E’ strano sentire questo silenzio dove era tutto un viavai di persone in azione, un flusso di voci”, prosegue Corrias.

Fili d’erba fanno capolino dagli interstizi dell’asfalto. Dalla caduta del Muro di Berlino il processo di ristrutturazione della Brigata Aerea a presidio del NordEst portò alla dismissione di molti Gruppi I.T.. La base di Cordovado, attualmente alle dipendenze del 2° Stormo di Rivolto, ridotta a meno di trenta graduati, disarmata da un paio d’anni, chiuderà definitivamente entro giugno 2010, se non prima.

Non senza però averne celebrato il 50° anniversario, con la cerimonia in loco dello scorso 1 agosto. Una bella mostra fotografica ne ha ripercorso l’intera storia, e in moltissimi hanno partecipato alla giornata, assistendo all’alzabandiera, speculare a quello iniziale del 1959, al passaggio di saluto della pattuglia acrobatica Frecce Tricolori, alla Santa Messa, al pranzo in Villa Curtis Vadi.

Un destino si compie: è il tempo del congedo. Vola alto, vecchio Condor.

 

(Antonio Costantini)